I consulenti del lavoro non vivono di sole paghe. Alle attività tradizionali si affiancano aree di business emergenti come previdenza (che avrà una spinta dalla riforma in arrivo) e servizi ai dipendenti.
Secondo un sondaggio condotto da Industree Communication Hub e TBS Group, per favorire il lavoro agile i datori di lavoro offrono strumenti tecnologici e puntano su campagne di comunicazione interna. Ma la difficoltà maggiore è il cambio culturale nella valutazione delle performance.
Si è svolta presso la Commissione Lavoro e previdenza del Senato l’audizione del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro in materia di servizi pubblici per l’impiego.
I reclutatori non inseriscono le parole chiave in un motore di ricerca di lavoro e incrociano le dita sperando che i candidati migliori saltino fuori. Oggi nel mondo del reclutamento, i social media, efficaci bacheche di lavoro e un'enfasi sulla cultura aziendale permettono ai reclutatori di guardare più in profondità i potenziali candidati e la loro intera persona.
Scaduti ormai da quasi un mese i termini per l’invio della dichiarazione dei redditi (il modello 730/2018), il prossimo appuntamento per la trasmissione esclusivamente in modalità telematica delle dichiarazioni, e che riguarderà il modello Redditi 2018, è il 31 ottobre prossimo.
Condurre una valutazione delle prestazioni porta benefici ai datori di lavoro perché mentre dà una giusta idea di come ogni dipendente sta operando, è anche un ottimo modo per misurare il potenziale di un individuo.
Sono due i ruoli che possono svolgere i Consulenti del Lavoro in relazione all’esecuzione del mandato professionale nell’ambito della disciplina in materia di privacy, alla luce del nuovo Regolamento (UE) 2016/679 in vigore dal 25 maggio 2018.
Il GDPR sostituisce la direttiva UE sulla protezione dei dati, adottata nel 1995. Il nuovo regolamento è destinato a fornire ai cittadini dell'UE una serie di vantaggi, tra cui un più facile accesso alle informazioni personali gestite dalle società e ai dettagli sull'utilizzo dei propri dati. Dà inoltre ai cittadini il diritto alla portabilità dei dati e il diritto alla cancellazione. Inoltre il GDPR conferisce a tutti i cittadini dell'UE il diritto di sapere quando i loro dati sono stati compromessi entro 72 ore dalla violazione.