HR un cambiamento umano e non solo tecnologico
Viviamo in un’epoca di cambiamento, sollecitati da una miriade di informazioni che spesso facciamo fatica a gestire. Il cambiamento è intrinseco nel vivere sociale e il mondo del lavoro ne è pervaso più di quanto siamo disposti ad ammettere o forse anche più di quanto siamo in grado di percepire.
Il cambiamento accompagna da sempre il genere umano, ma la trasformazione digitale ha accelerato vorticasamente questo processo, sia negli aspetti sociali e generazionali sia nel mondo del lavoro.
Le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things, analisi dei Big Data stanno creando nuove professioni, ne fanno morire altre e le modificano quasi tutte. Oltre alle professioni, modificano anche i tempi e i modi di approcciarsi al lavoro, le generazioni digitali pensano e si approcciano al lavoro in maniera totalmente differente da generazioni non così lontane nel tempo.
Occorrono nuove e rinnovate competenze per non essere sopraffatti dal cambiamento in atto, nuove abilità professionali sono e saranno necessarie. Anche il panorama normativo (vincolo o opportunità che sia) sempre di più cercherà di arginare, contenere, gestire il processo di cambiamento, ma le regole saranno sufficienti per garantire le professionalità necessarie?
Diventa, a mio avviso, centrale il tema dell’investire nella tecnologia per le persone, ovvero una tecnologia che sia realmente al servizio delle persone e che non le faccia sentire fuori luogo nel mondo del lavoro.
Chi si occupa di risorse umane, prendendo consapevolezza di come anche il suo ruolo stia necessariamente variando, deve essere protagonista nel facilitare questo processo di cambiamento e nello stesso tempo garante del rispetto delle regole; il ruolo di HR manager, HR business partner, selezionatore, esperto di compensation, addetto o responsabile di formazione, insomma qualsiasi ruolo inerente alle risorse umane deve accompagnare, facilitare e gestire questo processo di innovazione e cambiamento aiutando le persone nello sviluppo delle competenze idonee e creando un mindset orientato al miglioramento continuo.
"HR come partner del cambiamento, un cambiamento umano e non solo tecnologico."
Non sono in grado di delineare esattamente quali siano i cambiamenti lavorativi e professionali che donne e uomini di HR debbano essere capaci di cavalcare. Sono però certo del fatto che la trasformazione dei ruoli e delle funzioni debba necessariamente passare da una approfondita conoscenza teorica e pratica delle singole funzioni e da una conoscenza innovativa della propria.
Il professionista delle Risorse Umane deve avere una conoscenza accurata della propria materia e conoscere tutti gli aspetti del mestiere, deve avere un approccio olistico alla funzione di modo da essere realmente un partner per lo sviluppo delle risorse in un contesto veloce e soggetto a molteplici cambiamenti.
Il miglioramento continuo, il famoso paradigma kaizen, non può prescindere dalla conoscenza di ogni singolo processo e “avvenimento” del processo stesso. Il cambiamento non subito, deve, a mio avviso, necessariamente generare nuovi metodi e nuovi approcci; nuovi metodi e approcci che non possono essere frutto dell’improvvisazione ma devono discendere dalla conoscenza di metodi e strumenti che possono essere innovati, inventati ma di certo non improvvisati.
Il professionista delle Risorse Umane digitale deve essere quindi il primo attore del cambiamento, lo deve facilitare, deve essere capace di accompagnare le persone in questo processo, mettendo queste ultime al centro, valutando tutti gli aspetti e le interconnessioni tra le differenti materie che definiscono il mestiere del professionista HR.
Dott. Filippo Prisciantelli
(Responsabile Selezione, Formazione e Relazioni Sindacali
Allianz Bank Financial Advisors S.p.A)
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Redazione Business School