Secondo una recente indagine condotta nel Regno Unito da DBS Check Provider, circa il 51% degli applicants, riporta all’interno del proprio curriculum informazioni farlocche, arrivando molto spesso a gonfiare non solo le esperienze pregresse, ma anche le votazioni scolastiche e universitarie.
Le vacanze sono un momento emozionante ma, nonostante quel che si possa pensare, anche stressante. Da ottobre a dicembre, le aziende si destreggiano tra scadenze da rispettare, ferie dei propri dipendenti e tanto altro ancora.
Le competenze trasversali sono le uniche davvero decisive in un mondo del lavoro come quello che stiamo vivendo. Ma quali sono le soft skill più importanti nel 2023? A rivelarlo è la celebre rivista americana Forbes, che ha dedicato alla tematica un approfondimento davvero interessante.
I responsabili delle risorse umane hanno il compito di gestire in toto la funzione HR, e un ruolo che comporta tantissime responsabilità non può essere ricoperto da un professionista qualsiasi.
Lavorare in un contesto professionale in continuo mutamento è ormai abbastanza normale per ogni tipo di professionista, anche se non tutti i dipendenti possono beneficiare delle migliori condizioni possibili per dimostrare il proprio talento e la propria professionalità.
Chiunque sia agli inizi della propria carriera professionale, incontrerà il temutissimo muro dei paradossi: non è possibile trovare lavoro senza aver maturato esperienza e non è possibile acquisire esperienza senza aver trovato lavoro.
Quando ci si occupa di selezione e recruiting è di fondamentale importanza riuscire a focalizzare immediatamente, quelli che sono i requisiti che la risorsa da inserire deve possedere.
Un nuovo fenomeno ha preso piede e sarà difficile arginarlo: stiamo parlando del quiet quitting, ovvero “abbandono silenzioso”, un concetto probabilmente non inedito ma che in era post-pandemica sta animando fortemente il dibattito sul mercato del lavoro.
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