Per essere sostenibili in ufficio basta davvero poco! Tantissime aziende stanno abbracciando il tema della sostenibilità, sensibilizzando ogni giorno migliaia di dipendenti verso un utilizzo più responsabile dei luoghi, delle risorse, e delle strumentazioni di lavoro.
Il lavoro negli ultimi tre anni ha subito dei mutamenti innegabili: riappropriarsi dei propri spazi, ristabilire un contatto con i propri affetti, avere del tempo da destinare al riposo e ai propri interessi è diventato fondamentale, pertanto regole e obblighi si stanno pian piano allentando, lasciando spazio ad un nuovo modo di lavorare.
In ambito aziendale promuovere l’inclusività può essere particolarmente spinoso: gli errori sono sempre lì, dietro l’angolo, complici quei stereotipi da cui spesso ci sentiamo immuni e che invece vivono inconsciamente dentro di noi.
La certificazione per la parità di genere è un’attestazione destinata alle imprese che abbiano attivato politiche aziendali tali da ridurre le differenze di genere. Squilibri salariali a parità di ruoli professionali, possibilità di carriere limitate o ad appannaggio dei colleghi uomini, sono episodi di disuguaglianza ancora piuttosto frequenti.
Il mercato del lavoro attuale, con le sue complessità, spinge ogni giorno migliaia di professionisti ad accrescere le proprie skill, ovvero tutte quelle competenze correlate all’arte del saper fare. Più competenze ho, più sono bravo, maggiori sono le possibilità che io sia assunto.
Nel corso delle nostre giornate prendiamo tante decisioni, più o meno importanti. Molto spesso, le troppe informazioni contrastanti e la complessità della vita quotidiana ci portano a sbagliarle, queste decisioni, e ad assumere degli atteggiamenti non propriamente corretti.
Le nuove innovazioni nel mondo del digitale hanno apportato importanti cambiamenti alle nostre vite: comunicare è diventato più rapido, reperire informazioni è diventato facile e alla portata di tutti e tutto ciò non poteva non influenzare anche il lavoro.
Un recente sondaggio effettuato da Gartner afferma che nelle organizzazioni in cui i dipendenti sono visti come persone piuttosto che come risorse, i lavoratori hanno 3,8 volte più probabilità di ottenere prestazioni elevate. È un risultato, questo, che arriva mentre altri sondaggi rivelano che "risorse umane" potrebbe essere un termine obsoleto.