Le aziende del mondo del lavoro di oggi lo sanno bene: la felicità sul posto di lavoro è una delle chiavi perché le risorse che popolano il contesto professionale siano produttive.
Le trasformazioni che negli ultimi anni hanno interessato i sistemi di produzione, la cultura organizzativa e il modo di lavorare nelle aziende comportano un radicale cambiamento nel ruolo del middle management.
Sono le imprese che operano all’interno di filiere a essere quelle maggiormente portate a uscire dalla crisi. Lo racconta l’ultimo report Unioncamere, che spiega come questa tipologia di aziende risultino più innovative, più aperte ai mercati stranieri e più ottimiste sul futuro di quelle che lavorano in maniera isolata.
Sono 100 milioni i lavoratori che da qui al 2030 dovranno trovare un impiego diverso. Lo rivela il rapporto di McKinsey “The Future of Work after Covid-19”, che racconta i cambiamenti del mondo del lavoro in seguito alla pandemia.
Investire su sé stessi e sulla propria formazione è la scelta migliore per essere competitivi nel contesto professionale odierno, per trovare più facilmente un’occupazione, e per dare alla propria carriera l’upgrade che merita.
Utilizzare uno strumento progettato per soluzioni differenti da quelle originarie, se da una parte è senso di efficacia, dall’altra è prassi pericolosa, se non fatto per il tempo strettamente necessario.
Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia, e una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Un settore, questo, che ha sempre rappresentato un motore di innovazione per l’intera economia, e un attivatore ‘naturale’ della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura.
Molto spesso, in maniera erronea, si pensa che ad un colloquio di lavoro gli unici a fare domande siano gli intervistatori, e i soli a rispondere ad esse siano i candidati. La realtà è ben diversa da questo scenario.