Imprese, l’effetto filiera fa bene: il 41% sarà fuori dalla crisi già dal 2021
Sono le imprese che operano all’interno di filiere a essere quelle maggiormente portate a uscire dalla crisi. Lo racconta l’ultimo report Unioncamere, che spiega come questa tipologia di aziende risultino più innovative, più aperte ai mercati stranieri e più ottimiste sul futuro di quelle che lavorano in maniera isolata.
Le statistiche dicono che il 41% di queste imprese prevede di recuperare i livelli produttivi pre-COVID già entro quest'anno, contro il 36% delle altre aziende; la quota sale ulteriormente al 45% per le imprese in filiera che hanno investito nelle tecnologie 4.0 contro il 35% delle altre digitalizzate. Le leve sulle quali puntano per stare sul mercato sono senza dubbio innovazione ed export, fonte di investimenti piuttosto prolifica.
Ma il valore più importante, in quanto stiamo parlando di imprese in filiera, è la collaborazione tra imprese che hanno attività interconnesse lungo tutta la catena del valore - dalla creazione sino alla distribuzione – di un bene o servizio, un importante fattore di competitività per gli imprenditori, in particolar modo se hanno intenzione di investire nelle nuove tecnologie.
“In molte il rapporto tra le imprese non si esaurisce nel contratto di fornitura ma, come mostrano diverse analisi di Unioncamere, si arricchisce con fattori qualitativi, servizi, supporti finanziari, percorsi di certificazione, spesso indotti dalle aziende capo-filiere, normalmente medie o grandi. Questi fattori e supporti diventano molto importanti in questi anni in cui centinaia di migliaia di piccole aziende, il cuore della nostra economia, dovranno affrontare il ripido percorso della doppia transizione, digitale e ambientale”, segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli.
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Redazione Business School