Qual è il futuro del giornalismo digitale? Qual è, piuttosto, il presente di questo settore tanto complesso quanto pieno di nuove sfide? Un’epoca in cui l’intelligenza artificiale riscrive le regole e le dinamiche, in cui il processo di reporting e il modo in cui i lettori fruiscono delle notizie stanno cambiando radicalmente, in cui emerge il personal journalism.
“Il giornalismo di approfondimento sta morendo? È una lettura di cinque minuti”. Un titolo che è anche una provocazione, quello che un interessante articolo di Yahoo USA ha dedicato al presente e al futuro dell’informazione. Un mondo in cui potrebbe essere che nessuno legga più.
Nel corso delle ultime settimane, i più attenti al mondo dei social, nel mondo, potrebbero aver notato come sia emersa una nuova piattaforma. Si tratta di post.news, o, più semplicemente Post, di cui, in realtà, si sa ancora poco, perché ancora in fase beta. Molti media lo descrivono contro l’anti Twitter, ma effettivamente, per capire bene di cosa parliamo, dobbiamo comprendere come funzioni questo nuovo social.
Stefano Polli è un giornalista, dal 2014 è vice direttore dell’agenzia ANSA, la prima agenzia italiana e tra le prime del mondo con uffici di corrispondenza in tutte le maggiori capitali mondiali. In precedenza è stato inviato speciale, capo redattore del servizio diplomatico, capo redattore dell’Area Internazionale e Capo redattore centrale.
Nel corso degli ultimi anni va sempre più diffondendosi il cosiddetto giornalismo giallo. Un termine che ha usato per lo più la letteratura americana, per descrivere il giornalismo che presenta poche o nessuna notizia legittima e ben studiata mentre, al contrario, utilizza titoli accattivanti per aumentare le vendite.
Il governo degli Stati Uniti deve abbandonare il processo contro il co-fondatore di WikiLeaks Julian Assange perché sta minando la libertà di stampa. Lo dicono alcuni dei maggiori gruppi editoriali del mondo: il Guardian, il New York Times, Le Monde, Der Spiegel e El País, che hanno collaborato per pubblicare estratti di 250.000 documenti ottenuti da Assange nella fuga di notizie "Cablegate”.
Gianluca Cerasola, giornalista professionista, ha diretto e coordinato diverse società nel settore media e comunicazione. Attualmente è CEO della Morol nel settore intrattenimento tv, cinema e media dove ha creato alcuni importanti programmi tv ed esclusive mondiali.
Tutto ci saremmo aspettati dal social network dei cinguettii, tranne che scomparisse. Soprattutto dopo l’acquisizione, il 25 aprile 2022, da parte di Elon Musk, CEO di SpaceX e Tesla per ben 44 miliardi di dollari. Ma cosa perde il mondo del giornalismo con la scomparsa dell’uccellino azzurro?
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