Nel 2024, l'economia italiana continua a mostrare segnali positivi, con una crescita del PIL prevista al +0,9%, confermando l'ottimismo espresso dalle precedenti previsioni di Confindustria.
In una mossa attesa dai mercati, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato oggi di mantenere invariati i tassi d'interesse, segnando una pausa dopo un ciclo di dieci rialzi consecutivi iniziati a luglio 2022. Il tasso sui rifinanziamenti principali rimarrà al 4,50%, il tasso sui depositi al 4% e il tasso sui prestiti marginali al 4,75%.
In un'epoca dominata dalla prevalenza di notizie negative sui media, che contribuisce all'incremento del fenomeno del doomscrolling e incide negativamente sull'umore delle persone, Mulino Bianco, in collaborazione con AstraRicerche, rivela attraverso lo studio "Un mondo più buono" come otto italiani su dieci avvertano la necessità di essere esposti a un maggior numero di notizie positive.
In un panorama aziendale globalizzato, caratterizzato da un'accelerazione delle innovazioni tecnologiche e da una crescente sensibilizzazione riguardo alle questioni ambientali e sociali, la sostenibilità economica e finanziaria emerge come una bussola indispensabile per orientare le aziende verso un futuro prospero e resiliente.
Secondo il recente "ManpowerGroup Employment Outlook Survey" (MEOS), il panorama occupazionale in Italia per il primo trimestre del 2024 si presenta positivo nonostante previsioni meno ottimistiche rispetto ai periodi precedenti.
L'attuale dibattito in Italia sul salario minimo si è intensificato dopo il recente rifiuto del governo alle proposte dell'opposizione per stabilire uno stipendio di 9 euro lordi all'ora. Questa discussione mette in luce le sfide economiche che l'Italia affronta, in particolare quando si confrontano i salari con quelli di altre nazioni europee come Francia e Germania.
La Commissione Europea ha recentemente aggiornato le sue previsioni economiche per l'Italia, rivedendo al ribasso le aspettative di crescita del Pil per il 2023 e al rialzo per il 2024.
In un contesto di inflazione crescente in Italia, si osserva un disallineamento tra l'incremento dei prezzi al consumo e l'adeguamento degli stipendi, secondo un articolo di Quifinanza.it. Nonostante una lieve crescita salariale segnalata dall'Istat, con un aumento medio della retribuzione oraria del 2,6% rispetto all'anno precedente e delle retribuzioni contrattuali orarie del 3,0% su base annua, questi incrementi restano inferiori al tasso di inflazione, che a settembre 2023 ha raggiunto il 5,3% annuo.