Nudge nelle risorse umane: cos’è e a che cosa serve
Nel corso delle nostre giornate prendiamo tante decisioni, più o meno importanti. Molto spesso, le troppe informazioni contrastanti e la complessità della vita quotidiana ci portano a sbagliarle, queste decisioni, e ad assumere degli atteggiamenti non propriamente corretti.
È qui che potremmo aver bisogno di una spinta, benevola, che ci indirizzi verso la scelta giusta. Si chiama nudge, e sta acquisendo un certo ruolo nelle risorse umane.
Si tratta di un ‘pungolo’, un modo per spingere gentilmente un dipendente a compiere una decisione giusta. Questo tipo di tecnica, utilizzata da un certo tipo di datore di lavoro, non punta a influenzare, persuadere gli individui a modificare il proprio comportamento nel senso negativo, ma ad aiutare il dipendente a selezionare l’opzione più corretta.
‘Quelli bravi’ parlano di architettura delle scelte, ed è proprio il modo in cui bisognerebbe orientarsi di fronte a un novero di opzioni disponibili. L’architetto delle scelte organizza il contesto nel quale gli individui sono inseriti e prendono delle decisioni.
Fare nudge nelle risorse umane è dunque un’opportunità concreta. Orientare il dipendente nella scelta della migliore decisione è uno dei compiti principali di chi lavora nel mondo HR. I leader di tutto il mondo hanno una conoscenza approfondita dei pungoli, che gestiscono al meglio per preparare le risorse della loro azienda alle migliori scelte.
A spiegare il fenomeno del nudge nel panorama HR ci sono le teorie dell’economista Richard Thaler (premio Nobel per l’Economia 2017) e Cass R. Sunstein, giurista: “La sostanza di tutto questo, dal nostro punto di vista, è che le persone sono, per così dire, pungolabili. Le loro scelte, anche nelle decisioni più importanti della vita, sono influenzabili”.
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Redazione HR