Benefit aziendali 2022, quali sono i tre principali: le tendenze
Mentre la maggior parte delle persone è stata felice di salutare il 2021 e dare il benvenuto al 2022, c'è ancora un po' di apprensione per quanto riguarda l’anno iniziato da pochi mesi, in quanto al momento che sta attraversando il mondo del lavoro.
Ci si interroga su quali potrebbero essere i benefici che potrebbero giovare a un dipendente nel corso di quest’anno. Quali sono, dunque, i principali benefit aziendali per il 2022?
Quali saranno i principali benefit aziendali nel 2022 per un dipendente
Il primo dei benefit aziendali che saranno determinanti nel 2022 è quello di concedere al dipendente delle condizioni di lavoro ibride, in cui gli orari sono flessibili. I lavoratori si sono abituati a nuovi comportamenti e modi di vivere, in cui lavoro e vita sono ormai completamente mescolati. Lavorare in ufficio con il tempo richiesto e il pendolarismo potrebbe essere un ostacolo per molti dipendenti; un lavoro ‘ibrido’ potrebbe essere uno dei benefit aziendali più importanti dell’anno.
Essere in ufficio consente ai dipendenti di far crescere le proprie reti più velocemente e di sviluppare quelle capacità interpersonali, ma sono sempre più i dipendenti che preferiscono lavorare interamente da casa. Affinché i datori di lavoro attirino e mantengano i propri talenti, nel 2022 sarà importante poter dire di avere un accordo di lavoro flessibile.
Un altro dei benefit più importanti del 2022 sarà quello legato ai programmi dedicati a salute emotiva e mentale. Mentre molti datori di lavoro offrono risorse per la salute mentale, queste vengono poco utilizzate. L'accessibilità alle cure è uno dei maggiori impedimenti: le persone semplicemente non sanno da dove cominciare. I dipendenti non possono utilizzare questi vantaggi se non ne sono a conoscenza; diventa dunque importante una buona comunicazione in tal senso.
Il terzo dei benefit di tendenza del 2022 è legato all’implementazione di una strategia olistica di congedo dei dipendenti. La pandemia ha indotto il 75% dei datori di lavoro a modificare le proprie politiche sui congedi non retribuiti, cambiando la mentalità della gestione dei trattamenti di fine rapporto. Da un punto di vista politico, c'è stata un'enorme crescita nel numero di aziende che offrono prestazioni retribuite per l'assistenza familiare. C’è ancora tanto da migliorare e da investire in tal senso.
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Redazione HR