La teoria delle 3P nelle risorse umane: Posizione, Prestazione, Potenziale
È una delle tendenze emergenti nel mondo delle risorse umane, e in particolar modo per quanto riguarda la gestione dei dipendenti dell’azienda.
Parliamo della teoria delle 3P, un approccio che sta trovando una larga diffusione tra i professionisti dell’HR, sempre più attenti a posizione, prestazione e potenziale dei dipendenti. Ecco che cos’è nel dettaglio e cosa prevede.
Cos’è la teoria delle 3P nella gestione del personale, e come funziona
La teoria delle 3P è uno degli approcci più efficaci per focalizzare l’attenzione sugli strumenti strategici utili al miglioramento dell’interazione tra l’azienda e le persone. Si tratta di un elemento fondamentale da considerare quando chi lavora nella funzione human resources è chiamato a fare la cosiddetta gestione del potenziale delle risorse presenti nell’organico aziendale.
La prima delle 3P, come accennato in precedenza, è ‘posizione’. Al fine di ottimizzare qualsiasi processo, è importante conoscere le posizioni dei dipendenti all’interno dell’azienda, un elemento indispensabile per organizzare le attività delle persone. È importante a tal proposito per l’organizzazione aziendale ‘descrivere’ l’azienda attraverso la definizione di un organigramma, delle job description e dei processi.
La seconda ‘P’, altrettanto fondamentale, è la ‘prestazione’. Per misurare il talento dei dipendenti e la misura in cui lo esprimono serve misurare l’efficacia di ogni singolo dipendente in relazione alla posizione ricoperta. È solo così che possiamo analizzare a fondo l’organizzazione, definendo in che modo quella persona è riuscita a portare del valore aggiunto all’azienda.
È qui che arriviamo alla terza ‘P’, quella del ‘potenziale’, ovvero la capacità che un individuo esprime o che potrebbe esprimere quando svolge le attività che gli sono state assegnate, appunto, attraverso la sua posizione. Non si tratta di valutare la prestazione, bensì i margini di miglioramento che la risorsa potrebbe avere quando si esprime al lavoro.
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Redazione HR