Design thinking: cos’è, significato, come si fa, quali fasi ha
È un approccio sempre più diffuso negli Stati Uniti, che anche in Italia sta trovando popolarità nel corso degli ultimi vent’anni anni. Stiamo parlando del design thinking, un elemento davvero interessante per la gestione delle risorse umane.
Vediamo insieme che cos’è e come si fa, qual è il significato di questa espressione, e quali fasi ha.
Cos’è il design thinking: definizione e significato dell’espressione
Un processo iterativo non lineare che i team utilizzano per comprendere gli utenti, formulare ipotesi, ridefinire i problemi e creare soluzioni innovative, con l’obiettivo ultimo della soddisfazione del consumatore. Il design thinking è una metodologia di progettazione che fornisce un approccio basato sulla soluzione per risolvere i problemi, che assume una grande rilevanza per quanto riguarda l’ambito HR.
Il Research Platform Development dell’Osservatorio Design Thinking for Business Stefano Magistretti ha dato, invece, questa definizione del termine, raccolta dal blog “Morning Future”: “Il design thinking è un approccio, una metodologia che mette al centro l’uomo con i suoi bisogni e le sue necessità. Presente negli Stati Uniti già da molto tempo, la svolta è arrivata con il lavoro di Tim Brown del 2009 “Design Thinking” che ha aperto la strada anche al mondo delle imprese. Se prima era utilizzato solo dalle multinazionali, oggi osserviamo che è utilizzato praticamente da tutti”.
A cosa serve questo approccio, e come si fa ad attuarne le fasi
Completamente incentrato sull’essere umano e sui suoi bisogni, il design thinking si serve delle prove di come i consumatori interagiscono effettivamente con un prodotto o servizio, piuttosto che come qualcun altro o un'organizzazione pensa che essi possano farlo. È tipico di questo approccio, e soprattutto di coloro i quali lo mettono in pratica, osservare come le persone utilizzano un prodotto o un servizio, al fine di continuare a perfezionare il prodotto o il servizio per migliorare l'esperienza del consumatore.
L'Hasso Plattner Institute of Design di Stanford ha descritto il processo di design thinking in cinque fasi, non sempre sequenziali, dato che i team spesso le eseguono in parallelo, non in ordine e le ripetono in modo iterativo:
- Empatizza: ricerca le esigenze dei tuoi utenti. In questa fase occorre acquisire una comprensione empatica del problema, attraverso un processo di progettazione incentrato sull'uomo.
- Definisci: indica le esigenze e i problemi dei tuoi utenti. È la fase in cui accumulare le informazioni raccolte durante la fase di empatia, per definire i problemi principali che il team ha identificato.
- Idea: sfida i presupposti e crea idee. Il solido background di conoscenza delle prime due fasi porta chi fa design thinking a cercare modi alternativi per visualizzare il problema e identificare soluzioni innovative.
- Prototipo: inizia a creare soluzioni. In questa fase, sperimentale, l’obiettivo è quello di identificare la migliore soluzione possibile per ogni problema riscontrato.
- Test: prova le tue soluzioni. I team utilizzano spesso i risultati per ridefinire uno o più ulteriori problemi.
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Redazione HR