Employee retention, come funziona: alcuni consigli per attuarla al meglio
Nel mondo delle risorse umane, molto spesso, si parla di acquisizione dei talenti. Accaparrarsi le migliori menti, i profili che possono esprimere una professionalità di livello superiore a quello della media, è senza dubbio una prospettiva allettante per le aziende che vogliono ottenere dei risultati.
Troppe volte, tuttavia, si trascura un altro aspetto che incide in maniera consistente sul turnover: trattenere i talenti in azienda. Perché, dunque, non attuare una employee retention davvero efficace?
Come si fa una buona employee retention?
Acquisire nuovi talenti, sostituendo quelli precedenti è una strategia comune a diverse aziende, soprattutto nei gruppi di grandi dimensioni. Un’organizzazione importante, come può essere una multinazionale, non ha particolare interesse nel trattenere un dipendente, preferendo dunque ‘cambiarlo’ con un potenziale talento, per cercare di attrarre il personale migliore.
Tuttavia, nelle piccole e medie imprese, questa mentalità, quasi sicuramente, porta a un grande impiego di risorse, sia in termini economici che di tempo. La nota rivista americana Forbes ha dato alcuni consigli su come attuare al meglio una employee retention davvero efficace.
Sottolineando, innanzitutto, l’importanza dell’onboarding, un fattore importante per aumentare il tasso di fidelizzazione dei dipendenti. Gli obiettivi del datore di lavoro, durante il processo di inserimento, dovrebbero essere incentrati sulla storia dell’attività, sulle basi per svolgere con successo il lavoro, e sull’instaurazione di rapporti coi colleghi.
L’ingrediente principale di queste relazioni deve essere il rispetto reciproco: non svilupparlo potrebbe costituire un fattore che porta i dipendenti fuori dall’azienda molto prima che la governance ne venga a conoscenza. Ciò perché un clima in cui manca questa componente innesca dei meccanismi che minano la positività dell’ambiente, ma soprattutto perché, da parte del datore di lavoro, mostrare rispetto a un dipendente è, ancora oggi, il modo migliore per ‘conquistarlo’ e per trattenerlo in azienda.
Employee retention, alcuni consigli importanti
Forbes, quasi consequenzialmente, mette tra le priorità anche il coinvolgimento dei dipendenti nel loro lavoro e nella vita in azienda. L’atteggiamento, la leadership e la strategia giusti, sono fondamentali per la soddisfazione del lavoratore e per metterlo in condizione di dare il meglio, permettendo al datore di creare, nel tempo, una vera e propria cultura aziendale ‘positiva’.
Infine, mai dimenticare che il mondo, in un certo senso, si gioca sui plus: nella employee retention, tanto sta nell’offrire al dipendente ciò che le altre aziende non possono offrire. Una maggiore flessibilità, un bonus particolare, un’attenzione diversa. Cercare di comportarsi in modo ‘unico’, esprimendo l’identità dell’organizzazione, è senza dubbio il miglior modo per far passare al dipendente un messaggio fondamentale: come qui, da nessuna altra parte.
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Redazione Business School