Apprendere come self-service o con una passione?
Lo sviluppo delle conoscenze è ormai orientato all'autoapprendimento, grazie alle tecnologie di Learning. Ma siamo sicuri che avere un "maestro" e condividere esperienze siano metodi da abbandonare?
L’attività di learning (quella che una volta si poteva chiamare solo “formazione e aggiornamento professionale”) si è evoluta enormemente grazie alle soluzioni tecnologiche. Anche in forma privata, ormai è abituale apprendere e comunicare attraverso forum, social, piattaforme internet; ci si scambia informazioni, pareri e notizie, condividendole con più controparti.
Così come a scuola ormai quelle che in passato si definivano “ricerche” o “lavori di gruppo” ormai ciascuno le svolge attingendo per conto proprio a Wikipedia o raccogliendo dal web le informazioni necessarie.
In generale, l’apprendimento – sia personale che professionale – sembra sempre più basato su dati e informazioni raccolte da piattaforme: la Formazione a Distanza (“FAD”) e l’accesso a portali (“MOOC” o Massive Open Online Courses) hanno reso possibile distribuire le conoscenze risparmiando le ore di aula ed i costi delle docenze, assegnando ad ogni persona l’autonomia di svolgere queste sessioni on-line secondo la propria tempistica.
Sicuramente un grande passo avanti con notevoli vantaggi.
Ma ciascuno opera per sé, e svolge da solo gran parte della formazione come “self service”.
Chi non ricorda invece i tempi della scuola media o superiore, quando di alcune materie ci siamo appassionati anche se credevamo di non esservi predisposti o preparati? Perché ci eravamo dedicati a storia, o latino, o inglese anche se non le ritenevamo materie “importanti”? Tra i tanti motivi personali, sicuramente c’era il fascino di un insegnante che ci trasmetteva la passione ed il coinvolgimento in quella materia. Non ci dava informazioni o nozioni didattiche, ma ci passava un argomento con la sua esperienza e convinzione diretta. Insomma, un maestro che aveva carisma, le cui lezioni ci consentono ancora oggi di possedere conoscenze che invece con altri insegnanti abbiamo disinvoltamente dimenticato in pochi mesi.
La formazione perciò ha certamente necessità di strumenti tecnologici che agevolino l’apprendimento, ma mai come oggi non abbiamo forse anche bisogno di maestri, cioè di professionisti che con carisma ci accompagnino ad acquisire competenze e che ci mettano a disposizione il loro vissuto e l’esperienza professionale che va ben oltre le informazioni ed i dati?
Non è solo un bisogno della scuola, ma anche della realtà lavorativa dove forse ha ancora ragione di esistere l’attività di gruppo, la cooperazione, la condivisione di esperienze e competenze. E soprattutto la passione per ciò che si apprende: senza una sincera convinzione che il learning è un percorso di arricchimento personale prezioso, non ci sarà piattaforma che tenga. E come potranno anche i giovani prepararsi al loro futuro se saranno lasciati soli ad apprendere, raccogliendo autonomamente dati e informazioni dal web?
Dott. Roberto Piana
(Docente del Master Gestione, Sviluppo ed Amministrazione delle Risorse Umane)
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Dott. Roberto Piana