Periodo di Aspettativa dal lavoro: come effettuare il riscatto INPS
Nei periodi di aspettativa dal lavoro i dipendenti pubblici e privati possono richiedere il riscatto INPS dei relativi contributi, anche se essi sono precedenti al 31 dicembre 1996 (articolo 1, comma 789 della legge 296/2006).
Questo permette di raggiungere molto prima i requisiti che sono necessari per andare in pensione. Quando si inoltra la domanda è importante che il periodo di aspettativa venga documentato e che il lavoratore possa dimostrare la presenza di gravi motivi di famiglia che l’hanno spinto a fare questa scelta.
Effettuare il Riscatto INPS
I lavoratori possono richiedere il riscatto di un’aspettativa che non superi i due anni, anche se non continuativi, escludendo i permessi mensili che vengono indicati dalla legge 104. L’aspettativa inoltre deve essere motivata da gravi motivi di famiglia, che vengono elencati dall’articolo 2 del decreto ministeriale 21 luglio 2000 e comprendono: necessità legate al decesso di persona che fa parte della famiglia anagrafica e risulta nello stato di famiglia; l’esigenza di prendersi cura e assistere un familiare (anch’esso presente nello stato di famiglia); una situazioni di grave disagio personale; la presenza di patologie particolari che colpiscono un familiare (malattie croniche o acute che provocano una riduzione permanente o temporanea dell’autonomia personale).
Nel corso dell‘aspettativa il dipendente conserva il posto di lavoro, ma non ha alcun diritto alla retribuzione e non può svolgere nessun’altra attività lavorativa. Inoltre non matura i contributi utili ai fini della pensione, né l’anzianità di servizio. Le domande di riscatto deve essere presentata alla gestione previdenziale in cui è collocata la contribuzione del lavoratore. Le istruzioni per procedere alla richiesta sono state indicate nella circolare 26 del 28 febbraio 2008. Nel caso si sia verificato un trasferimento o ricongiunzione di contributi, la richiesta deve essere rivolta alla gestione previdenziale in cui è finita la contribuzione obbligatoria relativa al periodo di tempo in cui il dipendente ha richiesto l’aspettativa. Alla domanda, presentata nella sede INPS competete in base alla residenza, va allegata la documentazione richiesta. L’onere di riscatto verrà notificato dall’INPS con raccomandata insieme al provvedimento di accoglimento della domanda, con tutte le modalità e i termini per il versamento.
Aspettativa dal lavoro: retribuita e non. Come funziona
L’aspettativa retribuita varia anche in base al lavoro svolto, ed è assente per le cariche pubbliche elettive. È infatti previsto che i membri del Parlamento Nazionale o di quello Europeo, ma anche i componenti delle assemblee regionali o comunali, oltre agli assessori, ai consiglieri e alle unioni dei comuni, abbiano il diritto di conservare il posto di lavoro durante un’assenza. Senza però ricevere alcun tipo di retribuzione. Questo per favorire il lavoro delle cariche elettive ed evitare lunghi periodi di assenza giustificata dal proprio posto di lavoro.
Diversa è invece la situazione per quanto concerne l’aspettativa retribuita del dottorato di ricerca. Il pubblico dipendente può richiederla unicamente nel caso in cui venga ammesso a un corso di dottorato presso un’università. Generalmente l’aspettativa retribuita viene concessa ai dipendenti che abbiano precedentemente conseguito il titolo di dottore di ricerca. In questo caso, il periodo concesso dev’essere pari a quello del corso e può essere concesso unicamente dall’ente di Pubblica Amministrazione che ha assunto il dipendente.
L’aspettativa retribuita del dottorato varia in base a moltissimi fattori, spaziando dal dottorato con borsa, quando il lavoratore non è retribuito, al dottorato senza borsa, ove il lavoratore riceve un salario mensile dalla Pubblica Amministrazione. Alla fine il pubblico dipendente può richiedere un periodo di assenza pari a 12 mesi per avviare un’attività imprenditoriale. Starà alla Pubblica Amministrazione concedere o negare tale richiesta, giustificando comunque la propria decisione. Parallelamente, il lavoratore ha il diritto a svolgere una seconda attività in modo continuativo. In tal caso l’aspettativa non sarà retribuita.
Questi sono i casi più diffusi, l’aspettativa non sarà retribuita anche nel caso di motivi personali, tuttavia un lavoratore con problemi familiari può richiedere una pausa di 12 mesi anche frazionati. Infine vi è il ricongiungimento col coniuge situato all’estero: il dipendente può richiedere un periodo di fermo se l’Amministrazione non può collocarlo all’estero. Anche qui non riceverà alcuna retribuzione.
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Amministrazione del Personale