Farmaci biologici, tutto ciò che c’è da sapere
Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone ha fatto ricorso ai farmaci biologici, prodotti che fanno riferimento a una specifica branca della farmaceutica. Se ne sente parlare sempre di più, specie in riferimento a cosa possono comportare per quanto riguarda l’organismo, e quali possono essere i loro effetti.
Cosa sono i farmaci biologici?
Quando si parla di farmaci biologici si fa riferimento a un grande insieme di medicinali derivanti da organismi viventi o da microrganismi. Tuttavia, nonostante la definizione possa in qualche modo suggerire qualcosa di diverso, non si tratta di farmaci ‘naturali’, poiché la fabbricazione di questi prodotti deriva da sofisticate tecniche di laboratorio appartenenti al campo dell’ingegneria genetica, che estraggono il principio attivo del farmaco da una fonte biologica. Quest’ultima richiede per la sua caratterizzazione e per la determinazione della sua qualità una serie di esami accompagnati da un rigoroso controllo del processo di produzione.
Dunque, si tratta di farmaci che ‘mimano’ le caratteristiche di anticorpi, così come altre sostanze presenti nell’organismo, ma che vengono prodotti in maniera artificiale. Stando all’AIFA, i farmaci biologici sono medicinali che contengono uno o più principi attivi prodotti o estratti da un sistema biologico, i cui principi attivi differiscono da quelli dei prodotti di sintesi chimica perché consistenti di molecole di elevate dimensioni e complessità strutturale, nonché di diversa stabilità.
Farmaci biologici, ecco quali sono e come funzionano
La stessa Agenzia Italiana del Farmaco elenca tra i farmaci biologici ormoni, enzimi, emoderivati, sieri e vaccini, immunoglobuline, allergeni, anticorpi monoclonali, e tutti i farmaci i cui principi attivi sono prodotti tramite le tecnologie del DNA ricombinante, che più specificamente vengono definiti biotecnologici.
I farmaci biologici hanno la peculiare caratteristica di essere progettati per agire su uno specifico recettore, allo scopo di modificare il processo della malattia stessa, e svolgendo lo stesso funzionamento delle proteine naturalmente prodotte dal nostro corpo. Proprio in quest’ultimo elemento risiede la loro unicità: agire soltanto su una singola struttura, con l’obiettivo di aumentare l'efficacia della terapia e tentando di ridurne gli effetti collaterali. Essi hanno il compito di raggiungere direttamente cellule e tessuti malati, senza danneggiare tutto ciò che, invece, è sano.
A cosa servono i farmaci biologici?
L’utilizzo dei farmaci biologici comporta una decisa azione selettiva sui substrati delle cellule tumorali, con la possibilità di un utilizzo combinato ad altre terapie e altre categorie di farmaci, al fine di cercare di ottenere la massima efficacia terapeutica. I farmaci biologici fanno parte delle cosiddette terapie mirate, che agiscono su uno o più fattori derivanti dalla crescita e dallo sviluppo del cancro, in modo che venga ridotta la proliferazione delle cellule cancerose, che venga promossa la loro apoptosi, e che venga stimolato il sistema immunitario.
Farmaci biologici per psoriasi e artrite reumatoide
Spesso i farmaci biologici vengono utilizzati nell’ambito della cura di patologie autoimmuni. L’identificazione di specifici bersagli molecolari, e il conseguente sviluppo di farmaci biologici appositamente pensati per colpirli, consentono di agire in maniera diretta sull’infiammazione. Ciò a causa del fatto che una condizione infiammatoria patologica cronica comporta che vi sia un maggior numero di citochine ad azione infiammatoria rispetto a quelle ad azione antinfiammatoria; è proprio come queste ultime che i farmaci biologici mirano a comportarsi, cercando di bloccare l’attività delle citochine ad azione infiammatoria.
Lo scenario in cui sia presente un gran numero di citochine infiammatorie è tipico appunto delle malattie autoimmuni, come ad esempio psoriasi, artropatia psoriasica, morbo di Crohn, artrite reumatoide. Da questo tipo di patologie non si può guarire completamente, ma l’azione dei farmaci biologici può far sì che il decorso della malattia venga rallentato, fino a che questa non vada in remissione, e che lo stato di salute dell’individuo possa migliorare giorno dopo giorno.
Farmaci biologici, rischi ed effetti collaterali
Sebbene l’argomento sia di dibattito piuttosto attuale, e dunque la comunità scientifica si trovi in costante aggiornamento, è innegabile che esistano dei rischi e degli effetti collaterali all’utilizzo di farmaci biologici. Questo, ovviamente, è un discorso che vale anche per le altre tipologie di farmaci, la cui somministrazione può comportare delle conseguenze indesiderate.
Tra i più comuni effetti collaterali dei farmaci biologici vi sono senza dubbio le reazioni legate alla loro sede di iniezione, come prurito, rossore, bruciore derivante da infiammazione più o meno superficiale, ma anche la comparsa di infezioni (spesso non di particolare gravità) dovuta alla riduzione delle risposte immunitarie indotta dai farmaci.
A loro sono inoltre connesse delle reazioni allergiche, che tuttavia non sembrano differire molto, anche in questo caso, da quelle connesse alle altre categorie di prodotti farmaceutici: comparsa di macchie sulla pelle, ma anche alterazioni della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e affanno. Queste, tuttavia, risultano meno frequenti rispetto a effetti come nausea e disturbi alla pelle. Per quanto riguarda gli effetti collaterali all’utilizzo di farmaci biologici per la cura di tumori, essi variano a seconda dei recettori bersaglio.
Ad ogni modo, al fine di scongiurare i rischi legati all’assunzione di farmaci biologici, prima della somministrazione il paziente deve essere sottoposto a test ed esami atti a prevedere gli effetti del loro utilizzo.
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Redazione Alma Laboris