Farmaceutica: mercato dei farmaci generici sempre più in crescita
In una società globale che invecchia velocemente, ricorrere agli equivalenti serve anche a facilitare l’accesso a cure adeguate per le fasce più deboli della popolazione.
Farmaci generici, una rapida progressione
Secondo QuintilesIMS, nell’arco di tempo fra il 2013 e il 2018 i farmaci generici costituiranno il 52% della crescita globale della spesa farmaceutica. Si passerà dai 267 miliardi di dollari del 2013 ai 442 del 2018, con una crescita annua del 10,6%. Oltre alle politiche di incentivo alla sostituzione, un forte impulso alle vendite di generici dipende dal fatto che molti brand importanti hanno già perso o perderanno la protezione brevettuale nei prossimi anni, aprendo la strada ai genericisti. Evaluate pharma stima che fra il 2011 e il 2020 perderanno la protezione brevettuale farmaci il cui fatturato si aggira sui 200 miliardi di dollari.
Il comparto del farmaco generico rappresenta una grande opportunità, ma la situazione di mercato è lungi dall’essere omogenea. Spesso inaspettatamente, anche mercati grandi e sviluppati, che potrebbero essere candidati ideali per l’ampia adozione di alternative generiche ai prodotti originali, non presentano performance in linea con le loro potenzialità. Alla base motivi culturali, distributivi, o legislativi.
Sol Levante mercato dei farmaci generici crescente
Il mercato farmaceutico giapponese, secondo dopo gli Stati Uniti, è responsabile del 10% del consumo totale di farmaci al mondo. Si prevede che cresca moderatamente, dai 70 miliardi di dollari del 2016 a 72 miliardi di dollari nel 2021. Il Giappone dispone di un sistema sanitario che offre un buon accesso alle terapie da parte dei pazienti e prezzi di rimborso remunerativi per le aziende. Tuttavia, la popolazione invecchia e la spesa per i farmaci rappresenta il 20% della spesa sanitaria totale del nazionale. Una percentuale elevata, se confrontata con molti paesi dell’Europa occidentale (sotto al 15% Germania e Austria, 16% la Francia e 17% l’Italia) e degli Stati Uniti (10-11%).
Già da alcuni anni il governo giapponese ha identificato nella penetrazione generica un imperativo per la stabilità economica nazionale nel lungo termine. Promuovere l’uso dei generici è una priorità per il governo. Il settore farmaceutico giapponese è caratterizzato dalla presenza di grandi gruppi industriali in grado di produrre per il mercato nazionale. Ma anche di rappresentare realtà competitive in Europa, negli Stati Uniti e nello stesso continente asiatico.
Obiettivo 60%
Le farmacie non sono finora state particolarmente attive nella dispensazione di generici. Ma la pressione sui prezzi imposta dal governo non dovrebbe tardare a farsi sentire anche a livello del retail. Al momento, l’obiettivo di penetrazione generica nel mercato delle prescrizioni che il governo ha stabilito per il 2017 è attorno al 60%. Risultato ambizioso, se si tiene conto che il business dei generici nel 2010 rappresentava solo l’8% del mercato giapponese soggetto a prescrizione. La crescita, inoltre, è stata molto lenta, al punto che nel 2015 il mercato dei farmaci generici ha raggiunto un valore di 790 miliardi di yen (7,1 miliardi di dollari). Circa il 12% del mercato totale a prescrizione.
Ristrutturazioni necessarie
Tuttavia il governo giapponese persegue obiettivi ambiziosi di crescita nel consumo di farmaci equivalenti, e si attende che raggiunga i 1.117 miliardi di yen (10 miliardi di dollari) nel 2018. Se così fosse potrebbe rappresentare l’80% del totale mercato a prescrizione nel 2020, previsione a cui gli analisti di mercato sembrano dare un certo credito. L’adozione di una quota crescente di generici porterà cambiamenti significativi nel mercato farmaceutico locale a livello complessivo. Le aziende giapponesi dovranno ristrutturarsi e migliorare la propria competitività, per far fronte alla fornitura non più solo di prodotti originali a prezzi molto elevati, ma anche di generici a prezzi più contenuti. Si tratta di una situazione con cui le imprese nipponiche non si sono mai misurate. Invece, le grandi multinazionali del mercato generico, presenti in Giappone con le proprie filiali, sono già abituate ad avere efficienza su larga scala per mantenere redditività pur producendo generici.
Il mercato dei farmaci generici in India: qualità da migliorare
L’India è il terzo mercato farmaceutico mondiale in termini di unità e l’undicesimo a valori. Il Paese asiatico rappresenta il principale esportatore di farmaci generici al mondo. Una cifra pari al 20% del volume globale dell’export farmaceutico globale. Si tratta di un valore pari a 16,4 miliardi di dollari nel periodo 2016-2017 ed è stato proiettato a 20 miliardi entro il 2020. La ragione di un successo così schiacciante è da attribuire principalmente ai bassi costi di produzione. Produrre un farmaco in India costa infatti il 35-40% di quanto si spenderebbe in Usa. Questa differenza dipende principalmente dal minore costo della manodopera e delle strutture.
Non a caso l’India rappresenta il quarto esportatore di farmaci negli Stati Uniti, fornendo all’America il 30% del totale volume di farmaci generici d’importazione. Ci si potrebbe attendere che il mercato domestico indiano presenti una ricca offerta di generici con grandi volumi di vendita in quasi ogni categoria terapeutica. Ma in realtà non è così. L’opinion leader indiano Ashok Panagariya sul tema è stato tranchant. “Nessun medico sarebbe contrario a generici a basso costo, a patto che si tratti di farmaci di qualità”, ha detto. “Ma ci sono elementi per ritenere che non più dell’1% dei generici venduti in India venga sottoposto ai controlli di qualità che si applicano per le produzioni in Usa o Europa”.
Le contromisure del governo indiano
Per superare il problema, il governo indiano ha stabilito di varare misure più concrete per facilitare l’adozione di generici di qualità adeguata nella pratica clinica. Il premier Narendra Modi, in una lunga intervista a Indian Express, ha spiegato in dettaglio difficoltà e soluzioni per la questione aperta dei generici. Gli ostacoli da superare sono molteplici. In primis, Modi riconosce che i controlli di qualità sono scarsi e inadeguati. E attribuisce la difficoltà alle limitate risorse dedicate a ispezionare le aziende per conto del ministero indiano. Il numero degli ispettori, appena 1.500, è del tutto insufficiente a garantire screening sistematici e rigorosi sulla qualità dei moltissimi stabilimenti produttivi disseminati in tutto il Paese.
Il mercato dei farmaci generici in Australia
Il mercato farmaceutico australiano vale 22,8 miliardi di dollari (2016). Ed è destinato a raggiungere quota 25,2 miliardi nel 2020, registrando un tasso di crescita del 2% annuo, secondo GlobalData. La spesa sanitaria in Australia è cresciuta a ritmo maggiore dell’economia del Paese. È passata, negli ultimi 25 anni, dal 15,7% del gettito fiscale al 24,1%. La spesa farmaceutica ha raggiunto il valore di 10,8 miliardi di dollari australiani (7,4 miliardi di euro) nel periodo 2015-16.
Troppi farmaci prescritti con l’indicazione del brand
Dati ufficiali riportano che in Australia nel 2010 solo il 19,5% delle prescrizioni fatte dai medici di famiglia conteneva il nome della molecola invece di un brand. È una percentuale modesta di per sé e ancora più limitata se confrontata con altri Paesi. Tra questi
- Il Regno Unito, in cui i medici prescrivono il prodotto menzionando unicamente in principio attivo nell’83% dei casi;
- Gli Usa, in cui i generici sono l’84% delle prescrizioni;
- La vicina Nuova Zelanda, in cui i medici prescrivono generici nel 77% dei casi; d) con il Canada in cui questa percentuale è del 70%.
Le mosse del governo australiano
Il governo australiano ha preso coscienza della situazione, e il tesoriere Scott Morrison ha annunciato ad aprile 2017 che il budget federale conterrà una serie di misure che incoraggino i medici a prescrivere generici anziché più costosi prodotti a brand. Con questa iniziativa, il governo si propone di contribuire significativamente all’obiettivo di ridurre la spesa farmaceutica nei prossimi cinque anni di 1,8 miliardi di dollari. In Australia, una più ampia adozione di farmaci generici nella pratica clinica avrebbe un effetto particolarmente significativo, poiché nel paese i prezzi dei farmaci sono irragionevolmente elevati.
Uno studio recentemente pubblicato, condotto dal Grattan Institute, ha infatti confrontato i prezzi di 19 medicinali in Australia, rispetto agli stessi prodotti acquistati nel Regno Unito, in Canada, e in Nuova Zelanda, con risultati sorprendenti. Il prezzo australiano dei farmaci considerati è infatti in media il doppio rispetto al Regno Unito e il triplo rispetto alla Nuova Zelanda, con punte del 370% rispetto all’opzione equivalente più conveniente. Il governo australiano interverrà direttamente modificando il software che i medici utilizzano per le prescrizioni, in modo che l’opzione di default sia il nome generico del prodotto. I medici di famiglia avranno comunque la possibilità di prescrivere brand particolari, se ne fanno espressa richiesta, ma l’iter sarà più complicato.
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Market Access Manager