Obiettivi energia 2020: a che punto è l’Europa, Paese per Paese. L’Italia c’è!
Nell’ultimo rapporto Eurostat c’è l’UE che si avvicina al 20% di energia proveniente da fonti rinnovabili: attualmente la media è al 18%. E il tricolore ha già superato la quota richiesta
Piccoli, grandi passi quelli che l’Europa sta compiendo verso il 2020, anno in cui è fissato il termine ultimo entro il quale l’energia utilizzata dai Paesi dell’UE dovrà provenire per il 20% da fonti rinnovabili. Le ultime ricerche effettuate da Eurostat, relative al termine dell’anno 2018, dipingono un quadro decisamente più roseo rispetto a quello che si potrebbe immaginare.
Per la precisione, la media dell’Unione, alla data in cui è terminata la fase di raccolta dei dati, si attesta al 18%. Sono dunque solo due i punti percentuali da recuperare fino al termine dell’anno solare. Un obiettivo non irraggiungibile, che potrebbe rappresentare il primo step previsto dal cosiddetto Pacchetto per il clima e l’energia 2020.
Ma com’è la situazione? Precisiamo subito: gli obiettivi, in termini di percentuale, non sono gli stessi: la quota di riduzione richiesta a un Paese rispetto all’energia rinnovabile consumata sul totale, infatti, è stata calcolata in modo da riflettere la sua situazione di partenza.
La leadership, anche nella crescita verso i traguardi prefissati, è senza dubbio appannaggio dei Paesi scandinavi, che comandano la classifica: sono loro, complessivamente, i Paesi che conservano un ‘vantaggio’ maggiore rispetto agli obiettivi desiderati. Per intenderci: in Norvegia il quantitativo di energia prodotta da fonti rinnovabili è al 72,8%, a fronte di un obiettivo del 67,5%. In Svezia siamo al 54,6%, contro il 49% prefissato. In Finlandia, invece, al 2018 si era già al 41,2%, a fronte di un 38% preventivato.
Il vantaggio maggiore in assoluto? Quello della Danimarca, al 36,1%, ben 6,1 punti percentuali in più rispetto al 30% prefissato. Una marcia in più, senza dubbio. Come quella che ha l’Estonia, che nel 2018 era al 30%, su un obiettivo del 25%. Chi è ancora molto dietro, invece, è l’Olanda, lontana di 6,6 punti percentuali rispetto all’obiettivo. L’accompagna la Francia, distante del 6,4% rispetto alle stime attese.
E l’Italia? Già da diversi mesi si era profilata la situazione secondo cui il nostro Paese fosse in vantaggio rispetto all’obiettivo. Statistica confermata: se ci eravamo fissati il 17% di energie rinnovabili come traguardo, il 17,8% rappresenta un vantaggio non paragonabile a quello della Scandinavia, ma che ci permette di guardare il futuro con ottimismo.
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Redazione Business School