Come affrontare la prevenzione incendi negli edifici di interesse storico?
Uno degli eventi del 2019 che sarà sicuramente ricordato negli anni è l'incendio della cattedrale di Notre-Dame, avvenuto il 15 aprile 2019, un incendio che è stato ampiamente documentato dai media mostrando quanto sia delicata la situazione, e quanto alti i rischi, degli edifici e monumenti di interesse storico e artistico.
Un evento che mostra anche come, malgrado i documenti e linee guida pubblicate in materia, sia necessario conoscere e condividere nuove e più efficaci best practice e tecnologie. E quanto sia importante migliorare le competenze in materia e la capacità e gli strumenti per prevenire o fronteggiare gli incendi preservando i nostri monumenti.
Per questo motivo ci soffermiamo su una linea guida prodotta nel 2013 dalla Confederation of Fire Protection Association Europe (CFPA-Europe), un’associazione europea di organizzazioni nazionali che si occupano di prevenzione e protezione dagli incendi e che hanno l’intento di facilitare e supportare il lavoro della prevenzione incendi nelle varie nazioni europee fornendo esempi di soluzioni e modelli condivisibili.
Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:
- Le linee guida per la prevenzione degli incendi negli edifici storici;
- Raccomandazioni base per la gestione della sicurezza antincendio;
- L’indice della linea guida CFPA.
Le linee guida per la prevenzione degli incendi negli edifici storici
Nella linea guida “La gestione della sicurezza antincendio negli edifici storici” - il titolo originale è “Managing fire safety of historic buildings” – sono contenute indicazioni e proposte elaborate dall’Associazione Slovena di Prevenzione Incendi (SZPV - Slovensko združenje za požarno varstvo) sulla base di molti documenti e studi, specialmente sulla base dei risultati di COST (Cooperazione Europea nel settore della Scienza e della Tecnica) “Action C17: Built Heritage: Fire Loss to Historic Buildinge”. Le linee guida sono state poi tradotte in italiano da Guido Zaccarelli (Presidente Vicario APC Prevenzione incendi di AIAS).
Nel documento si indica che “se siamo consapevoli di un pericolo di incendio e se non sottostimiamo la possibilità che un incendio possa nascere in un edificio storico che visitiamo, usiamo o di cui ci prendiamo cura, allora abbiamo fatto il primo passo nel cammino verso la protezione antincendio dell’edificio e del suo contenuto”. In particolare la protezione degli edifici storici è spesso complicata: “il livello di protezione deve essere alto senza però distruggere il suo valore artistico”.
Inoltre gli edifici storico-artistici “sono stati costruiti in altre epoche, con regole differenti e con standard di sicurezza scarsi o assenti. Noi spesso li usiamo in modi diversi rispetto all’uso per il quale erano stati realizzati all’epoca della loro costruzione”.
Se “l’approccio verso l’edificio e la familiarità degli utenti con l’edificio sono diversi da quelli del tempo passato”, comunque oggigiorno “abbiamo maggiori conoscenze circa il fenomeno dell’incendio e possiamo usare queste conoscenze per prevenire il verificarsi di un incendio”.
È stato poi dimostrato che “una buona gestione e l’adozione di semplici misure preventive sono estremamente efficaci in termini di costo. Queste linee guida offrono istruzione per i curatori degli edifici storici e aiutano l’organizzazione della protezione antincendio di ogni tipo di edifico storico. In molte normative nazionali ed internazionali, in linee guida ed in altra letteratura sono disponibili ulteriori e dettagliate informazioni”.
In ogni caso la linea guida raccomanda di assumere “un consulente di prevenzione incendi o un altro esperto affinché progetti la protezione antincendio di edifici storici complessi di grande importanza”.
Le raccomandazioni base per la gestione della sicurezza antincendio
La linea guida sottolinea che se “ogni edificio storico è unico”, per la prevenzione incendi saranno necessarie “soluzioni uniche e creative”. Sono tuttavia riportate alcune raccomandazioni base per la gestione della sicurezza antincendio.
Ad esempio si sottolinea che la valutazione del rischio “è il primo passo della gestione della sicurezza antincendio, un processo continuativo che ha lo scopo di raggiungere e mantenere un certo livello di sicurezza antincendio in un edificio storico. Investire in una progettazione della valutazione del rischio fatta da professionisti – una squadra di consulenti di prevenzione incendi ed esperti di restauro - e la preparazione di una analisi costi-benefici può fornire soluzioni accettabili e far risparmiare soldi”. E chiaramente le misure di protezione antincendio “devono essere basate sulla valutazione del rischio” che, tra l’altro, “deve essere mantenuta aggiornata” e “deve essere revisionata ad intervalli regolari”.
Occorre poi predisporre una documentazione completa “che descriva l’edificio ed i suoi impianti antincendio, il cambio di uso dell’edificio con un occhio alla prevenzione incendi, la struttura organizzativa in atto per la prevenzione incendi e le modifiche che avvengono nel tempo”. La documentazione deve essere poi elaborata e conservata “dal personale interno che è ben a conoscenza delle procedure e delle caratteristiche dell’edificio”. Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta informazioni su vari documenti (manuali della sicurezza, registri antincendio, …) che nelle normative nazionali possono avere nomi e funzioni diverse.
Si segnala poi che un Piano di limitazione del danno “deve essere la base di tutto il lavoro da svolgere quanto scoppia un incendio e per aiutare i Vigili del Fuoco nel caso sia necessario”.
Si tratta di un piano che “deve esporre con un certo dettaglio la risposta dell’organizzazione all’emergenza e deve comprendere informazioni come, per esempio:
- Una breve descrizione dei luoghi e della loro destinazione d’uso.
- Una planimetria generale che mostri le strade di accesso, le strade interne, gli idranti e altri elementi come le saracinesche del gas principali ed i locali quadri elettrici generali.
- L’identificazione degli elementi che possono essere rimossi durante una emergenza, insieme alle posizioni sicure predefinite nelle quali gli elementi possono essere trasportati.
- L’allocazione dei compiti ai dipendenti ed alle altre persone, insieme ai numeri di telefono fissi o mobili.
- I compiti dei dirigenti e dei supervisori.
- I rapporti con i servizi antincendio e di soccorso.
- I nomi e gli indirizzi delle risorse come consulenti, specialisti della conservazione, ecc”.
Si indica anche che nello sviluppo del Piano “occorre stabilire un sistema di categorizzazione per garantire che ci sia una chiara priorità nella rimozione degli oggetti”.
E questo sistema deve “identificare:
- Prima priorità: oggetti di valore storico internazionale che sono intimamente connessi con l’edificio o con i suoi precedenti occupanti.
- Seconda priorità: oggetti di valore nazionale o che sono importanti per spiegare la storia dell’edificio e dei suoi occupanti. Questo insieme deve anche comprendere oggetti che hanno un alto valore monetario.
- Terza priorità: oggetti che sarebbe difficile o costoso rimpiazzare e che contribuiscono alla storia dell’edificio.
- Non classificati: oggetti che saranno lasciati al loro posto”.
Il Piano di limitazione del danno “deve essere sviluppato e aggiornato con la cooperazione dei Vigili del Fuoco locali”.
L’indice della linea guida CFPA
Segnalando che nel documento è compresa anche una check list, riportiamo, infine, l’indice della linea guida “La gestione della sicurezza antincendio negli edifici storici”:
- Introduzione;
- Concetto di prevenzione incendi negli edifici storici;
- Misure di base di prevenzione incendi;
- Formazione del personale;
- Condizioni per un intervento efficace dei Vigili del Fuoco;
- Checklist per la prevenzione incendi negli edifici storici;
- Ispezioni periodiche;
- Letteratura;
- Linee Guida.
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Redazione Business School