Alma Laboris Business School - Export agroalimentare italiano: i prodotti destinati all’esportazione

Export agroalimentare italiano: i prodotti destinati all’esportazione

Export agroalimentare

L’export agroalimentare italiano svolge un ruolo importante nell'industria tricolore, risultando di gran lunga tra i più preziosi per il tessuto economico nazionale. L'Italia è un paese mediterraneo con un clima caldo e costante e terreni ricchi e fertili. Ha un'abbondanza di frutta e verdura di alta qualità pronta per essere esportata all'ingrosso all'estero. Ma non è ovviamente solo

un fenomeno confinato a questo genere di alimenti.

Geograficamente, l'Italia è ben posizionata: nel cuore dell'Europa meridionale, è un vero e proprio punto di riferimento turistico. Cosa c’entra tutto ciò con l’export? Con il fatto che persone provenienti da tutto il mondo sviluppano un gusto per la cucina, il vino e gli snack italiani. Il livello di eccellenza dell’agroalimentare italiano è apprezzato in Europa e in America, sì, ma anche nel continente asiatico. E quali sono i cinque prodotti destinati all’esportazione?

Il primo è sicuramente l’olio d’oliva. In qualità di secondo esportatore di olio d'oliva al mondo, l'Italia ha esportato 338 mila tonnellate di olio d'oliva nel 2019, per un valore di 1,4 milioni di euro. Dall'olio extravergine d'oliva di alta qualità all'olio d'oliva vergine ideale per cucinare: gli italiani semplicemente non possono cucinare senza questo oro liquido.

Altro prodotto parte integrante della cucina italiana è il caffè. Ricco e aromatico, viene considerato tra i migliori al mondo, tanto che ogni anno vengono esportate 221mila tonnellate di caffè tostato italiano, che rappresentano il 22% del mercato europeo – dati Alibaba.com. L'Italia tende a produrre tostature scure, che consentono bassi gradi di caffè verde nelle miscele. Ciò significa che i grossisti italiani possono offrire chicchi tostati italiani a un prezzo più competitivo all'estero.

Sorprendentemente ma non troppo, ci sono anche i pistacchi. Sono una coltura tradizionale italiana, soprattutto nella regione Sicilia (zona di Bronte) che rappresenta circa il 90 percento della fornitura totale. Dal 2004 la Commissione Europea ha premiato il pistacchio di Bronte come DOP (Denominazione di Origine Protetta), distinguendolo da tutte le altre varietà di pistacchio nel mondo. I pistacchi esportati dall'Italia costituiscono il maggior prodotto italiano in termini di valore.

Come trascurare il vino? L'Italia è in grado di coltivare una varietà di uve, che possono essere trasformate in vino italiano e spedite in tutto il mondo. A questo, affianchiamo il formaggio: contrariamente al 2020, dove si è registrato un calo generale delle esportazioni dall'Italia, le esportazioni di formaggi italiani sono state in aumento nel 2021 e anche nel 2022.

 

 

 

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