L’Italia, secondo paese al mondo per certificazioni ambientali ISO 14001
Con oltre 24 mila certificazioni l’Italia è divenuto il secondo paese al mondo per numero di certificati ISO 14001.
La prima nazione per numero di certificazioni di prodotto Epd e il terzo per Ecolabel ed Emas. Le certificazioni ambientali oggi rappresentano un valore competitivo per i prodotti e per i consumatori, perché aiutano la qualità e l’innovazione delle imprese, aumentano le esportazioni, il fatturato e l’occupazione delle imprese. Come dimostra l’ultimo rapporto “Certificare per competere” di Fondazione Symbola e Cloros, tra il 2009 e il 2013, le imprese certificate ISO 14001 hanno visto i loro fatturati aumentare mediamente del 3,5%, rispetto al 2% di quelle non certificate. Ancora meglio nell’occupazione, dove le aziende certificate hanno visto crescere gli addetti del 4%, le altre dello 0,2%. Sul fronte export, poi, le imprese con certificazione ambientale esportano nell’86% dei casi, mentre le non certificate nel 57%.
Lo standard ISO 14001: La revisione introdotta nel 2015
La finalità di questa revisione è quella di avere, prima di tutto, uno standard che sia compatibile con altri standard dei Sistemi di Gestione, al fine di favorirne uno sviluppo in azienda più agevole e soprattutto gestibile. Ma le novità introdotte vanno aldilà della Struttura ad alto livello (HLS).
La più importante è sicuramente l’introduzione del concetto di Valutazione del rischio, che si propone di favorire all’interno delle Organizzazioni, lo sviluppo di strumenti e metodologie atte all’individuazione e trattamento dei rischi e delle opportunità.
Le principali modifiche dello standard ISO 14001
Con l’introduzione del concetto di Leadership viene chiesto alle Organizzazioni lo sforzo nell’individuazione delle responsabilità delle figure dotate di ruoli di direzione al fine di promuovere la consapevolezza ambientale all’interno dell’Organizzazione.
Il concetto di protezione dell’ambiente lo si trova anche e soprattutto nel nuovo requisito Protecting the environment, ovvero l’impegno delle Organizzazioni a iniziative proattive per proteggere l’ambiente da danno e degrado, coerenti con il contesto dell’Organizzazione.
È proprio il contesto dell’Organizzazione, Strategic Environmental Management, un’altra novità introdotta da questa revisione dello standard. Il nuovo requisito si propone l’intento di comprendere il contesto dell’Organizzazione per identificare e sfruttare le opportunità a beneficio sia dell’Organizzazione che dell’ambiente. Un’attenzione particolare è posta sui fattori o i cambiamenti relativi ai bisogni e le aspettative delle parti interessate (compresi i requisiti legislativi) e le condizioni ambientali locali, regionali o globali che possono influenzare l’Organizzazione o esserne influenzate.
La nuova 14001 sposta quindi il focus verso il miglioramento delle prestazioni ambientali. Questo sembra essere il fine del termine Environmental Performance, e cioè che l’Organizzazione, coerentemente con gli impegni della sua Politica, potrebbe volere la riduzione delle emissioni, gli scarichi e i reflui sui livelli da lei stabiliti e fissati.
In ultimo viene introdotto il concetto di Lifecycle thinking che dovrebbe portare le Aziende certificate ad avere la necessità di estendere il proprio controllo e la propria influenza sugli impatti ambientali associati con l’uso, il trattamento e lo smaltimento del prodotto a fine vita, senza necessariamente passare per un Lifecycle assessment.
Insomma, il nuovo standard, si propone l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un Sistema di Gestione meno burocratico e formale, cercando, con nuovi strumenti e metodologie, di accrescere all’interno delle Organizzazioni la consapevolezza e la cultura della prevenzione e salvaguardia dell’ambiente.
Il periodo di transizione di passaggio alla nuova norma ISO 14001:2015
Per chi è già in possesso della certificazione, il passaggio dalla ISO 14001:2004 alla ISO 14001:2015 sarà graduale. Vista l'importanza della nuova edizione della norma, e lo sforzo richiesto alle aziende per adeguarsi ai nuovi requisiti, l'associazione degli enti internazionali di accreditamento IAF (International Accreditation Forum) ha stabilito che il periodo di transizione della certificazione all’edizione 2015 si svolga in 36 mesi dalla data di pubblicazione della versione finale, avvenuta il 15 Settembre 2015. Pertanto le aziende già certificate avranno tempo fino al 14 Settembre 2018 per adeguarsi al nuovo standard. Trascorso questo periodo senza che sia stata effettuata la transizione alla nuova edizione il certificato decadrà.
Durante questo periodo transitorio sarà comunque possibile, in caso di richiesta da parte dell’azienda, l'emissione di un certificato in conformità alla vecchia edizione della norma; questo certificato riporterà la scadenza del 14 Settembre 2018 (fine del periodo di transizione), la data di scadenza originaria, sarà ripristinata a seguito del passaggio alla nuova norma ISO 14001:2015.
La transizione potrà avvenire nel corso di un regolare audit di ri-certificazione o di sorveglianza, ma se l’Organizzazione lo ritenesse opportuno, sarà possibile richiedere di effettuare la transizione, programmando un audit supplementare oltre a quelli già previsti dal classico ciclo triennale.