L’Industria Farmaceutica investe nei Farmaci Biotech
L’Italia ha tutte le carte in regola per competere a livello internazionale, ma è necessaria una nuova governance. A dirlo è stato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, nel corso del convegno su “Il farmaco biotech nel rinascimento della ricerca”, organizzato a Roma per illustrare i passi in avanti della farmaceutica italiana.
Le richieste del mondo della ricerca made in Italy? Alleggerire la zavorra della burocrazia per attrarre sempre maggiori investimenti e aiutare le giovani startup, stabilizzando gli incentivi fiscali e indirizzarli in modo adeguato sul settore.
I Farmaci Biotech
Per Scaccabarozzi “il biotech è farmaceutica, e la farmaceutica è biotech”. Il primo dato è dimostrato dal fatto che il 90% degli investimenti R&S in biotecnologie è sostenuto dalle imprese del farmaco. Il secondo si deve al fatto che in 5 anni il peso degli investimenti in ricerca e produzione delle imprese del Farmaco biotecnologico sul totale dell’industria farmaceutica è cresciuto di 10 punti percentuali (dal 61% al 71%), mentre gli altri settori dell’economia hanno ridotto i propri investimenti in ricerca e produzione del 15%, le imprese del Farmaco biotech hanno fatto registrare un aumento del 29%, ha spiegato il presidente di Farmindustria durante il convegno.
La nuova governance immaginata da Scaccabarozzi dovrebbe:
“Valorizzare l'innovazione farmaceutica misurando le terapie in funzione dei risultati in termini di risparmi e spesa evitata. Quindi quantificando il costo complessivo della cura, non solo quello delle singole prestazioni”.
Che cosa sono e a cosa servono i farmaci Biotech?
A differenza del farmaco tradizionale, di origine sintetica o estrattiva, in molti casi somministrabile per qualsiasi via, il farmaco biotecnologico, in genere di natura proteica, si utilizza per vie diverse dall’assorbimento intestinale. Sono 202 i prodotti biotecnologici già disponibili in Italia per il trattamento dei pazienti, frutto della ricerca di 28 aziende.
Sono 11 le aree terapeutiche in cui sono già state individuate e rese disponibili soluzioni per il trattamento dei malati. A partire dall’ambito delle malattie infettive (89 prodotti) per arrivare a quello che interessa l’apparato muscolo scheletrico (1). Dei prodotti biotecnologici, 71 ad oggi in commercio sono vaccini che, insieme alle proteine ricombinanti, rappresentano circa il 57% di tutti i prodotti biotech disponibili.
Gli altri farmaci biotech vengono utilizzati in una pluralità di aree terapeutiche eterogenee e trattano patologie differenti.
I Dati del Rapporto di Farmindustria sulle Biotecnologie
Secondo i numeri pubblicati dal rapporto sulle biotecnologie nel settore farmaceutico in Italia 2016, realizzato da Farmindustria in collaborazione con Ernst & Young, i farmaci biotech hanno permesso ad oltre 350 milioni di pazienti di migliorare la loro qualità di vita. Nei primi anni novanta mediamente solo il 46% dei pazienti riusciva a sopravvivere 5 anni dalla diagnosi di un tumore. Oggi ci riescono il 57% degli uomini e il 63% delle donne.
211 grandi, medie, piccole e micro aziende, 7.912 milioni di euro di fatturato, 623 milioni di euro di investimenti in R&S, e 3.816 addetti in R&S biotech, sono i numeri delle imprese del settore del Farmaco biotech in Italia. Il 92% degli addetti in R&S biotech ha un titolo di studio che a partire dalla laurea arriva fino al dottorato di ricerca/PhD o all’Mba.
Le 276 strutture tra impianti di produzione, centri di ricerca, sedi legali e amministrative sono distribuite in 18 differenti Regioni. Anche quest’anno la Lombardia si conferma il principale polo italiano del settore del Farmaco biotech con 10 centri di ricerca, 17 impianti di produzione e 68 tra sedi legali e amministrative. Lazio e Toscana rappresentano, subito dopo la Lombardia, le principali sedi rispettivamente della produzione (12 impianti) e della ricerca (8 centri).