Ritenuta d’acconto: cos’è, come funziona il calcolo, modello prestazione occasionale in PDF
Chiunque svolga una libera attività e non sia possessore di partita IVA avrà sentito parlare, almeno per una volta, nel corso del proprio lavoro, della ritenuta d’acconto, un elemento fondamentale per regolamentare la propria posizione dal punto di vista del pagamento dei contributi. Ma che cos’è, e come si fa ad effettuarne il calcolo?
Ecco come funziona questo metodo di riscossione dei tributi che lo Stato utilizza, in particolar modo quando un soggetto effettua una prestazione occasionale, di cui vi proponiamo un modello di ritenuta d’acconto in PDF.
Che cos’è la ritenuta d’acconto e a cosa serve
Spieghiamo innanzitutto di che cosa parliamo quando menzioniamo la ritenuta d’acconto. Si tratta, come detto, di una delle modalità che il fisco italiano adopera per riscuotere i tributi che le persone giuridiche devono pagare per essere in regola con le imposte. Questa prevede che i due soggetti coinvolti in questo rapporto, ossia il datore di lavoro e il collaboratore, attuino il versamento dei tributi in un modo diverso rispetto ala fattispecie della partita IVA.
Nello specifico, il soggetto erogatore di una somma, ossia il datore di lavoro, applica la cosiddetta trattenuta nei confronti del collaboratore. Perché la ritenuta d’acconto viene definita in questi termini? Essa rappresenta un’anticipazione delle tasse che vengono sottratte al momento del pagamento della prestazione del datore di lavoro al collaboratore.
Solitamente l’acconto consiste nel 20% della base imponibile, ovvero il valore sul quale viene applicata l’aliquota; tuttavia, in altre fattispecie previste dalla legge – e sono davvero molte – che non siano una prestazione occasionale, l’aliquota può assumere un valore differente.
La ritenuta d’acconto serve al collaboratore per regolarizzare la propria posizione nel rapporto di lavoro, e al datore di lavoro per pagare l’acconto sull’Irpef, da pagare in relazione a quel reddito da parte del collaboratore stesso.
Il riferimento normativo fondamentale che disciplina la ritenuta d’acconto è contenuto nell’articolo 64 comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n°600 del 29/09/1973: “Chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili ed anche a titolo di acconto, deve esercitare la rivalsa se non è diversamente stabilito in modo espresso. Il sostituito ha facoltà di intervenire nel procedimento di accertamento dell'imposta. Chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento dell'imposta insieme con altri, per fatti o situazioni esclusivamente riferibili a questi, ha diritto di rivalsa”.