Export, pandemia e Brexit non sono più un ostacolo per l’agroalimentare
L’export agroalimentare italiano continua a crescere, nonostante i due anni di pandemia: si registra infatti il +15% rispetto al 2019, con risultati migliori rispetto alla Francia (+8%), e Germania (+5%) superando il tetto dei 50 miliardi di euro di valore.
I prodotti più ricercati? Il primato resta ai formaggi, ai salumi, alla pasta e ovviamente al vino e all’ortofrutta. Il dato è stato diffuso dal Forum Agrifood Monitor, realizzato da Nomisma e giunto ormai con gran successo alla sua sesta edizione, che ha evidenziato anche gli effetti che il Covid ha generato sulle esportazioni alimentari dei prodotti realizzati in Italia, nonché il relativo posizionamento di questi ultimi nei differenti mercati internazionali.
“Il 2021 sarà ricordato come un anno straordinario per l’export agroalimentare italiano, grazie ad una crescita che ha coinvolto tutti i prodotti, portando così ad incrementi nella quota di mercato dell’Italia in molti mercati mondiali”, ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare di Nomisma.
Export: i mercati internazionali più appassionati dal Made in Italy
I mercati più attratti dai prodotti Made in Italy sono stati quello della Corea del Sud, con un aumento a valore del +60%, e quello cinese, con un aumento del 46%. Al terzo posto seguono gli Stati Uniti e il Canada che fanno segnare entrambi un +20% rispetto al 2019. Buoni risultati anche dal Regno Unito dove gli acquisti di prodotti italiani non sono diminuiti ma anzi, sono cresciuti del +6,3% nonostante le preoccupazioni causate dalla Brexit. Questi risulti confermano l’apprezzamento dei prodotti agroalimentari Made in Italy all’interno dei mercati Esteri, ricercatissimi non solo per bontà e qualità, ma anche per la loro sicurezza.
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Redazione Export