Come si diventa esportatore abituale? Definizione e requisiti
La legge italiana prevede che i soggetti che compiono con una certa frequenza alcune operazioni di esportazione di beni o servizi, in particolari condizioni, siano investiti dello status di esportatore abituale, una delle qualifiche riservate agli operatori economici che hanno registrato un certo volume d’affari in un determinato periodo.
Ma come si diventa esportatore abituale? Proviamo ad enunciare i requisiti per ottenere questo status.
Che significa esportatore abituale: la definizione di questa espressione
Acquistare e importare beni e servizi senza avere l’obbligo di pagare l’IVA nei limiti di un plafond, secondo la normativa in vigore nel nostro Paese, è possibile se si dimostra di avere i requisiti di legge per avere la qualifica di esportatore abituale.
Che significa questa espressione? Provando a dare una definizione formale, possiamo descrivere come esportatori abituali come gli operatori economici che, in ambito intracomunitario, hanno registrato un certo volume di esportazioni o cessioni, in un determinato periodo di tempo.
Un esportatore abituale effettua operazioni IVA non imponibili, esercitando la facoltà di acquistare beni senza doverne corrispondere l’IVA in relazione al proprio plafond, perché rispondenti a determinati requisiti.
La possibilità per un operatore economico, una volta diventato esportatore abituale, è dunque quella di acquistare merce o materie prime senza corrispondere l’IVA, proprio in virtù del fatto che si è costituito precedentemente un plafond che permette loro di beneficiare dello status. A patto che rispettino la disciplina imposta dall’Agenzia delle Entrate, a loro è permesso di usufruire di un regime agevolato con la sospensione di imposta.
Requisiti per diventare esportatore abituale: ecco quali sono
Dunque, come si diventa esportatore abituale? Per acquisire questa qualifica, come detto, il soggetto deve soddisfare alcuni requisiti. Lo status di esportatore abituale, per la legge italiana, viene riservato agli operatori che negli ultimi 12 mesi o nell’anno solare precedente, hanno registrato operazioni con un ammontare superiore al 10% del volume d’affari dello stesso periodo.
Perché un soggetto sia considerato esportatore abituale, deve effettuare alcune delle seguenti operazioni: esportazioni dirette; operazioni assimilabili ad esportazioni; servizi internazionali o legati agli scambi internazionali; operazioni con lo Stato della Città del Vaticano e/o con la Repubblica di San Marino; altre operazioni legate a trattati e accordi internazionali; cessioni di beni in ambito intracomunitario.
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Redazione Business School