Alma Laboris Business School - Il Commercio Estero dell'Unione Europea

Il Commercio Estero dell'Unione Europea

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Dall’elaborazione delle statistiche di commercio estero, diffuse oggi dall’Eurostat attraverso il comunicato stampa “International trade in goods”, si nota che l’Unione Europea, nei primi otto mesi del 2019, ha visto incrementare di oltre due punti percentuali (+2,4%) il livello di vendita di merci all’estero2 raggiunto durante il corrispondente periodo dello scorso anno (v. tabella riepilogativa).

La dinamica favorevole va attribuita al fatto che 25 dei 28 paesi UE hanno registrato degli aumenti, che sono oscillati dal +0,3% della Germania al +12,6% del Lussemburgo.

In termini relativi gli incrementi più cospicui – oltre al già menzionato Granducato - sono stati realizzati da Irlanda e Slovenia, con crescite che si sono attestate, rispettivamente, al +10,7% e al +7,5%. Va tuttavia sottolineato che questi tre mercati insieme contribuiscono per circa il 3,5% all’export dell’Unione.

Tra i principali competitors europei la Francia è il paese che, con una variazione del +4,8%, ha conseguito la migliore performance. A seguire troviamo l’Italia (+2,6%), che ha marciato ad un ritmo superiore rispetto agli incrementi totalizzati dalla Spagna (+1,4%) e dalla Germania (+0,3%). Il Regno Unito ha addirittura segnato una battuta d’arresto, con un export che è regredito di due decimi di punto percentuale rispetto al risultato dei primi otto mesi del 2018.

Per quanto concerne gli acquisti di beni dell’Unione Europea, tra gennaio e agosto dell’anno in corso, si è assistito ad una accelerazione di intensità molto simile (+2,6%) a quella realizzata dalle esportazioni, frutto di un aumento che in questo caso però ha interessato 21 paesi dei 28 complessivi. 

L’accelerazione – in termini relativi - più consistente è stata registrata da Malta, che ha conosciuto un incremento del 18,8%. Alle spalle dell’isola del Mediterraneo si sono posizionati – con tassi di crescita nell’ordine dei dieci punti percentuali - il Lussemburgo e la Slovenia. L’Italia ha registrato un aumento abbastanza modesto (+1%) che, nella graduatoria UE, la poneva solo al 20° posto, alle spalle di Regno Unito, Francia e Germania e in linea con quanto ottenuto dalla Spagna. 

Per quanto concerne i saldi commerciali, l’Italia risulta attualmente il mercato – all’interno dell’Unione Europea - con il quarto attivo più consistente (+32,3 miliardi di euro), preceduta da Germania, Irlanda e Paesi Bassi. 

Inoltre, andando ad analizzare la variazione delle bilance nei primi otto mesi dell’anno in corso, rispetto al periodo gennaio – agosto 2018, si rileva che il nostro paese ha conosciuto un ampliamento dell’avanzo con l’estero di 5,1 miliardi di euro. Anche in questa particolare graduatoria l’Italia mantiene la quarta posizione, collocandosi davanti sia alla Germania, che ha visto contrarsi l’avanzo di 9,6 miliardi di euro, sia al Regno Unito, che invece ha subito un inasprimento del deficit di 28,1 miliardi. Dietro a noi, nonostante il - seppur lieve - miglioramento dell’ormai persistente disavanzo commerciale, si trova anche la Spagna.

Il commercio estero dell'unone europea

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