Export, tre regioni italiane salgono sul tetto d’Europa
Per la Wto, l’Italia è la decima potenza mondiale dell’export. Un risultato di tutto rispetto. Sui mercati internazionali, invece: la Germania è medaglia di bronzo del commercio mondiale, dietro gli Usa e la Cina; la Francia occupa il quinto posto, e infine la Gran Bretagna si posiziona ottava in classifica. Soltanto la Spagna è dietro di noi, al 16esimo posto.
I dati dell’ultimo Annuario Ice-Istat sul commercio estero italiano
La prima sorpresa: con 112 miliardi di export all’anno, di 77 regioni la Lombardia è la quarta area più esportatrice d’Europa. Un primato non da poco, se si considera che le prime tre in classifica sono tutte tedesche: nell’ordine Baden-Wurttemberg, Baviera e Renania settentrionale-Vestfalia (il land di Colonia e Dusseldorf), che si attestano tra i 180 e i 195 miliardi di euro di export all’anno. L’intera Spagna esporta circa 250 miliardi, di fatto poco più di una di queste regioni.
C’è poi una seconda sorpresa, guardando questi dati, e la si scopre osservando l’export procapite, cioè il contributo che le esportazioni sanno fornire al reddito dei cittadini.
Tra le aree dove l’internazionalizzazione delle imprese crea più benessere per tutti, c’è una fetta di Italia del Nord che non ha nulla da invidiare alla Germania del Sud, il motore del commercio estero tedesco. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna insieme hanno la stessa capacità di creare ricchezza dall’export della Baviera e del Baden-Wurttemberg.
Il valore dell’export insomma è una cosa, la sua capacità di generare benessere è un’altra: quando si divide il valore delle esportazioni di una regione con il numero dei cittadini che vi abitano, le regioni italiane guadagnano posizioni anche sui colossi tedeschi.
Al primo posto in Italia per la verità, quanto a export procapite, non c’è la Lombardia bensì l’Emilia Romagna, con 12.525 euro all’anno (dati calcolati sul biennio 2015-2016), segue il Veneto con 11.762 euro. Considerando che l’export medio procapite delle 77 regioni è di 7.553 euro, l’Italia conta almeno tre regioni che riescono a generare quasi il doppio. Altre quattro, delle nostre regioni, si collocano comunque al di sopra di questa media europea e sono Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Marche. Nella fascia più bassa, invece, quella che non raggiunge nemmeno la metà della media a 7.500 euro, l’Italia ha ben sette regioni: il Lazio e sei delle aree meridionali, escluse Abruzzo e Basilicata che invece si collocano a quota 75% della media europea.
Chi vale quanto le regioni italiane, in Europa?
Se continuiamo a guardare all’export procapite, i competitor dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia si contano sulle dita di una mano: a parte i Lander tedeschi - cui vanno aggiunti i porti di Amburgo e quello di Brema, veri capofila grazie a una media di oltre 30mila euro all’anno - c’è solo la spagnola Navarra.
Se invece torniamo al valore assoluto dell’export regionale, allora il numero delle regioni europee competitive aumenta. In Francia, per esempio, capofila dell’internazionalizzazione è l’Ile-de-France, cioè la regione di Parigi, sede tra l’altro delle due principali case automobilistiche francesi, la Peugeot e la Renault. In Spagna la prima della classe è la Catalogna, che però è a un livello di valore dell’export più basso: la regione di Barcellona è nella fascia tra i 52 e i 65 miliardi di export all’anno, più simile al Veneto e all’Emilia Romagna che alla Lombardia. In Europa, però, la Catalogna è una delle regioni che ha saputo far crescere di più le proprie esportazioni negli ultimi dieci anni, passando dall’undicesimo al settimo posto nella classifica dell’export.
Vero campione della crescita è la piccola regione di Murcia, nella Spagna del Sudest, che tra il 2007 e il 2017 è addirittura riuscita a raddoppiare il proprio export grazie al boom dell’ortofrutta. Ma anche la Basilicata ha messo a segno una performance di tutto rispetto, pur rimanendo con volumi bassi rispetto alle regioni italiane del Centro-Nord: negli ultimi dieci anni le sue esportazioni sono cresciute di oltre l’80 per cento.
E la Gran Bretagna? A dispetto dei suoi 442 miliardi di export all’anno, vanta regioni piuttosto omogenee, nessuna delle quali è in grado di stagliarsi sopra la media nazionale. La stessa area intorno a Londra, il cosiddetto Sudest, è solo nella fascia di regioni tra i 52 e i 65 miliardi di export all’anno e negli ultimi dieci anni ha pure perso terreno. Quanto alle esportazioni procapite britanniche, il valore più alto - cioè quello scozzese, a 6.100 euro - è ben al di sotto della media europea considerata.
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Export Manager