Codice crisi d’impresa 2021, cosa cambia nel documento aggiornato
Dal 1° settembre 2021 cambierà il codice della crisi d’impresa. Il nuovo documento, che sostituisce integralmente la legge fallimentare, così come stabilito dal decreto legislativo n°14 del 12 gennaio 2019, viene pubblicato con ritardo rispetto a quanto previsto originariamente a causa dell’emergenza sanitaria, che ha fatto sì che la data venisse posticipata.
Codice d’impresa, cosa cambia nel 2021: le novità
Nel codice della crisi d’impresa 2021 sono incluse le disposizioni generali che disciplinano gli istituti di regolazione della crisi e dell’insolvenza, i soggetti che vi prendono parte, le procedure di allerta e di composizione assistita della crisi e le procedure di regolazione della stessa crisi aziendale, ma anche le regole sulla liquidazione giudiziale, sull’insolvenza dei gruppi di imprese e sulla liquidazione coatta amministrativa, oltre alle nuove disposizioni penali e a quelle che riguardano il diritto del lavoro.
Cosa cambia con il codice della crisi d’impresa 2021? Con la nuova normativa non si parlerà più di ‘fallimento’, ma il termine verrà sostituito dall’espressione ‘liquidazione giudiziale’. Obiettivo, quello di salvare le imprese, garantendo la continuità dell’attività, e ricorrendo allo strumento della liquidazione solo se non ci sono alternative concrete a quest’ultima.
Si tratta dell’unico sostanziale cambiamento: non più il fallimento, che rappresenta una ricorrenza più frequente e immediata alla liquidazione, ma piuttosto lo ‘stato di insolvenza futuro’, una condizione che mette l’impresa in grado di mettere in atto interventi risolutivi. Come arriveremo a questa trasformazione? Tra gli strumenti principali, un sistema di segnalazione di eventuali situazioni di difficoltà, adottando un modello per l’accertamento dello stato di crisi.
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Redazione Giuristi d'Impresa