Split payment 2021: cos’è, elenco Mef, scadenza, come funziona per scuole e professionisti
Tutto ciò che c’è da sapere su questo meccanismo che comporta la scissione dei pagamenti, che regola il versamento dell’IVA
La Legge di Stabilità del 2015 ha introdotto un particolare meccanismo che riguarda la cosiddetta scissione dei pagamenti, ossia un particolare regime che si propone di regolare il versamento dell’IVA per le pubbliche amministrazioni, come le scuole. Lo split payment, nel quale fino a pochi anni fa rientravano i professionisti, fino all’abolizione per questi ultimi, impone nuove regole per la liquidazione dell’Imposta Valore Aggiunto da parte di alcuni soggetti, indicati in un apposito elenco diffuso dal Mef.
Che cos’è lo split payment? Definizione della scissione dei pagamenti
Con l’imperversare continuo del commercio globale, il commerciante e il cliente stanno assumendo un ruolo piuttosto differente rispetto a quello canonico. La vendita e l’acquisto si sono aperti a nuovi mercati, e il potere d’acquisto del consumatore è aumentato in maniera considerevole.
Tuttavia, le leggi locali e sovranazionali esercitano da sempre un certo potere per quanto riguarda le transazioni commerciali tra pubblica amministrazione e privati, e anche tra privati. La scissione dei pagamenti, in tal senso, rappresenta un elemento importante per quanto riguarda la gestione del progresso dal punto di vista di tasse, imposte e tributi.
Che cos’è, dunque, lo split payment? Si tratta di un meccanismo di regolazione del versamento dell’IVA che si applica quando le pubbliche amministrazioni acquistano beni e servizi. Qualora queste non siano soggetti passivi dell’IVA, per il principio della scissione dei pagamenti sono tenuti a versare direttamente all’erario l’imposta sul valore aggiunto. Questa verrà addebitata in fattura dai loro fornitori.
Nella pratica, il significato dello split payment è quello di obbligare il cliente a dover pagare direttamente l’IVA allo Stato, e non il venditore. Quando si effettua un acquisto, infatti, che questo atto sia compiuto da un cittadino o da un’impresa, il prezzo è sempre comprensivo dell’Imposta Valore Aggiunto. Comprando un oggetto, il cliente paga l’IVA al venditore; quest’ultimo lo verserà poi all’erario.
Split payment 2021 elenco Mef: ecco i soggetti interessati
Quali sono i soggetti interessati dallo split payment per il 2021? Recentemente il Mef, acronimo di Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pubblicato un comunicato nel quale viene specificato in maniera chiara per chi viene applicata la scissione dei pagamenti. Ecco l’elenco.
- società controllate di fatto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri (articolo 2359, comma 1, n. 2, cod. civ.);
- enti o società controllate dalle Amministrazioni Centrali;
- enti o società controllate dalle Amministrazioni Locali;
- enti o società controllate dagli Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza;
- enti, fondazioni o società partecipate per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70 per cento, dalle Amministrazioni Pubbliche;
- società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana.
Split payment pubbliche amministrazioni, come funziona per le scuole
Come detto in precedenza, è stata la Legge di Stabilità 2015 ad aver introdotto lo split payment, prevedendo per le pubbliche amministrazioni che acquistano beni e servizi, il versamento dell’IVA direttamente al fisco. Dunque, sono le PA a dover pagare l’imposta, come d’altronde specifica l’articolo 1 della suddetta legge.
Lo split payment si applica solo nei rapporti tra le aziende e le pubbliche amministrazioni. Questo meccanismo, che viene visto anche come una misura di contrasto all’evasione fiscale, è applicabile alle scuole, che appunto rientrano tra le pubbliche amministrazioni, e dunque sono comprese nella stessa fattispecie. Lo definisce l’articolo 1 della stessa Legge di Stabilità.
Split payment professionisti, cosa cambia con l’abolizione
Il Decreto Dignità ha sancito l’abolizione del meccanismo dello split payment per i professionisti. Coloro i quali sono titolari di una partita IVA, dunque, non rientrano nello stesso ragionamento che invece possiamo fare, come visto, per aziende e pubbliche amministrazioni. Precisamente, a partire dal 14 luglio 2018, ovvero quando il decreto è entrato in vigore, si è posto termine alla scissione dei pagamenti sulle fatture dei professionisti.
Cosa cambia con l’abolizione dello split payment? In questo caso il professionista emetterà la fattura senza indicare la scissione dei pagamenti; il committente che riceve la fattura, al momento del pagamento, deve trattenere la ritenuta alla fonte Irpef e conseguentemente provvedere al versamento dell’imponibile e dell’IVA; il professionista deve liquidare l’imposta e versarla al fisco.
Split payment 2021: qual è la nuova scadenza?
Gli elenchi dei soggetti interessati dallo split payment per il 2021 sono stati aggiornati lo scorso 17 ottobre 2019, data in cui è stato emanato l’elenco aggiornato, di cui sopra. Quando è prevista la nuova scadenza? Il meccanismo dello split payment era in scadenza a giugno 2020, tuttavia ha ottenuto l’ok dall’Unione Europea fino al 30 giugno 2023, pertanto, almeno fino a quella data il meccanismo continuerà ad applicarsi alle operazioni effettuate nei confronti di pubbliche amministrazioni e altri enti e società, secondo quanto previsto dall’articolo 17-ter del DPR 633/72.
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Redazione Business School