La rivincita dei piccoli Comuni: le loro imprese generano più PIL di quelle delle grandi città
Un’incidenza superiore a quella delle attività situate nei nuclei da più di 100mila abitanti.
Il vecchio adagio recita: “nella botte piccola, vi è il vino buono”. In questo caso, tuttavia, non ci riferiamo prettamente all’enologia, ma a tutto il comparto economico privato dell’Italia, di qualsiasi settore merceologico. Le imprese dei piccoli Comuni rendono meglio di quelle delle grandi città. A stabilirlo è una elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della CGIA per conto di ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, che rappresenta oltre 2800 Comuni del Paese.
La statistica racconta infatti di un tessuto, quello delle organizzazioni dei centri con meno di 20mila abitanti, che genera un’incidenza sul Pil superiore a quella dei nuclei da più di 100mila abitanti. Le imprese delle piccole realtà producono infatti il 38% del Pil nazionale, limitatamente al settore privato. L’incidenza delle grandi città si attesta poco più in basso, al 35%.
Un successo che sa di vera e propria rivincita, quello che consacra i piccoli centri come vero motore del nostro Paese. Dei 750 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto da tutte le aziende private italiane, poco meno della metà del Pil nazionale, 286,6 miliardi sono generati nelle piccole Amministrazioni comunali.
“I Comuni con meno di 20mila abitanti – ha spiegato il segretario Renato Mason – sono importanti perché ospitano tantissime imprese private e generano tanto Pil. Sono, insieme ai Comuni di media dimensione, i principali soggetti a cui la politica dovrebbe guardare con maggiore attenzione”.
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Redazione Business School