Un termovalorizzatore è un impianto di incenerimento dei rifiuti urbani capace di recuperare l’energia prodotta dalla combustione per trasformarla in elettricità e calore.
Il numero dei termovalorizzatori attivi in Italia è di gran lunga inferiore rispetto alle vicine Francia (126) e Germania (96).
Negli ultimi 7 anni addirittura il numero dei termovalorizzatori in Italia è diminuito, con la chiusura di 7 impianti nel centro-sud.
Al momento il parco impiantistico è prevalentemente localizzato nelle regioni del nord: le regioni maggiormente coinvolte in questa attività di conversione sono Emilia Romagna e Lombardia che fino all’anno precedente hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, quasi il 75% di quelli inceneriti nel nord.
Secondo il “Libro Bianco” sull’incenerimento dei rifiuti – uno studio realizzato nel 2021 dai Politecnici di Milano e Torino, e dalle Università di Trento e di Roma Tor Vergata- nel 2019 gli inceneritori nazionali hanno trattato quasi 6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti speciali, producendo 2,2 milioni di MWh di energia termica e 4,6 milioni di MWh di energia elettrica.
Gli studi hanno evidenziato che questa energia (rinnovabile al 51%) è in grado di soddisfare il bisogno di circa 3 milioni di famiglie, una cifra considerevole, destinata a crescere nei prossimi anni grazie anche agli obiettivi fissati dall’UE per il 2035.
Il risultato di questa ricerca conferma l’utilità degli impianti di incenerimento, fondamentali non solo nell’ottica delle politiche ambientali ma anche e soprattutto per ciò che riguarda l’economia circolare.