Alma Laboris Business School - Volkswagen, sanzione dell'Antitrust Italiana

Volkswagen, sanzione dell'Antitrust Italiana

Volkswagen, sanzione dell'Antitrust Italiana

Per aver ingannato il mercato sulle emissioni dei propri autoveicoli, l’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella ha sanzionato il gruppo tedesco con 5 milioni di euro di multa.

“Il massimo edittale”, si affretta a specificare la nota, una cifra che comunque stride e lascia perplessi di fronte all’accordo raggiunto negli Usa tra la casa tedesca e il governo. Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha imposto a Volkswagen un accordo da 14,7 miliardi di dollari per risolvere la class action scattata per lo scandalo delle emissioni truccate e per chiudere i contenziosi con l'agenzia per la protezione ambientale (Epa) e il Dipartimento stesso.

 

Nonostante la sproporzione con l'importo americano, la Volkswagen ha deciso di presentare ricorso al Tar contro la sanzione dell'Antitrust italiana. Volkswagen AG e Volkswagen Group Italia, si legge in una nota del gruppo automobilistico, "ritengono che la decisione dell'Antitrust presenti fondati motivi di impugnazione e pertanto presenteranno ricorso al Tribunale Amministrativo".

Nemmeno in Germania le cose vanno meglio che in Italia. Proprio mentre l'Antitrust italiano annuncia la multa da cinque milioni di euro a Volkswagen per lo scandalo emissioni, media tedeschi segnalano la decisione di un tribunale che spiana la strada ad un "processo pilota" in cui la casa automobilistica di Wolfsburg rischia di pagare quasi quattro miliardi per la stessa questione.

 

"Un tribunale spiana la strada a un processo pilota", titola il sito del quotidiano economico Handelsblatt riferendo della decisione presa venerdì da una corte di Braunschweig e resa nota oggi dall'agenzia Dpa citando una giudice. Il tribunale ha presentato alla corte d'appello "questioni di contenuto e di diritto sullo scandalo delle emissioni e possibili pretese da parte degli azionisti", sintetizza lo Spiegel Online. Per l'apertura del processo-pilota si conta sull'ultimo trimestre di quest'anno ma la scadenza non è certa, scrive l'Handelsblatt citando la giudice Maike Block-Cavallaro.

La pratica italiana, dal canto suo, riguarda “la commercializzazione sul mercato, a partire dall’anno 2009, di autoveicoli Diesel (con codice identificativo EA189 EU 5) la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni ossidi di azoto (NO) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada”.

 

Volkswagen non ha rispettato il Codice del Consumo, venendo meno agli obblighi di diligenza professionale. “Ha indotto scrive l’Antitrust i consumatori ad assumere una scelta che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati”.

E ancora: “L'Autorità ha parimenti ritenuto scorretta la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture. Secondo l'Antitrust tali messaggi, alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, sono suscettibili di indurre in errore i consumatori, con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti in materia”.

 

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