Alma Laboris Business School - Usabilità, cos'è e come funziona questo approccio ibrido nei progetti

Usabilità, cos'è e come funziona questo approccio ibrido nei progetti

Usabilità nei progetti

Il concetto di usabilità è applicabile a diversi campi ma è soprattutto nei progetti IT/Web che riveste un ruolo chiave. In che modo user experience e approccio progettuale possono essere combinati al meglio?

L’usabilità, cioè la modalità con cui un prodotto è utilizzato da particolari utenti per raggiungere determinati obiettivi con efficacia, efficienza, soddisfazione in uno specifico contesto d'uso, risulta molto importante per diverse tipologie di progetto.

Nei progetti software con un’alta componente di interazione con l’utente, l’usabilità rappresenta un requisito fondamentale di qualità.

Senza una cura e attenzione a questo aspetto, si corre il rischio di aumentare il divario tra qualità attesa (bisogni e aspettative del cliente) e qualità percepita (percezione del cliente che ha all’utilizzo del prodotto).

A volte, pur realizzando un prodotto di alta qualità in termini di impianto software (qualità erogata), trascurando l’usabilità, non si soddisfa l'iterazione tra il prodotto software e l'utente finale fruitore. Il risultato è l’insoddisfazione degli stakeholder.

L'usabilità incide e gestisce diversi aspetti quali:

  • tempi di attesa
  • navigabilità
  • efficacia comunicativa
  • attrattiva grafica
  • completezza dei contenuti
  • comprensibilità delle informazioni

Naturalmente, l'utilizzo di standard, metodologie e asset specifici sono elementi che, facendo parte della normale attività di sviluppo software, contribuiscono a soddisfare i requisiti di usabilità (UX, UI Design, Design Thinking) così come la scelta del tipo di approccio alla gestione del progetto (Tradizionale vs Agile).

L'approccio iterativo di Agile, ad esempio, consente e agevola in cambiamento, garantendo un prodotto allineato alle aspettative del cliente. Gli eventi di confronto tra i membri del team (come gli Scrum meeting) garantiscono la trasparenza e la visibilità del progetto anche in termini di User Interface.

Tuttavia, occorre ricordare che spesso il product owner non è l’utente finale, ma, come definito in Scrum è “the voice of customer”. Il product owner quindi tende a concentrarsi su aspetti legati al valore e al business, trascurando quelli più legati all’esperienza.

Per dare al tema usabilità il giusto ruolo, la soluzione potrebbe essere un approccio ibrido (molto utilizzato nel project management) per attingere il meglio degli approcci agili e predittivi.

Nello specifico:

  1. prevedere delle fasi di progetto squisitamente tradizionali nelle quali sviluppare tutti gli aspetti di progettazione legata all’utente che, compressi in fasi iterative quali gli sprint, non avrebbero altrimenti l’adeguato approccio e respiro temporale. Parliamo, ad esempio, di:
  • Metodi per ottenere un feedback precoce fornendo un modello del prodotto atteso prima di costruirlo. Parliamo ad esempio di:
    • Story board (sequenza di navigazione attraverso immagini o illustrazioni)
    • Wireframe (bozza di lavoro a bassa fedeltà non navigabile)
    • Mockup (rappresentazione statica del prodotto finale con il più alto livello di fedeltà possibile)
  • Valutazioni empiriche. Sessioni di grande coinvolgimento degli utenti nel processo di valutazione che prevedono una qualche forma di osservazione (diretta o indiretta) del modo in cui gli utenti interagiscono con un prodotto o un prototipo.
  • Simulazioni d’uso. Valutazioni eseguite da esperti che simulano il comportamento degli utenti meno esperti (role playing) e tentano di anticipare i possibili problemi.
  1. Successivamente, una volta adeguatamente sviluppato l’impianto di User Usability, progettare le fasi successive, prettamente tecniche, con un metodo Agile.

L’approccio ibrido potrebbe essere una buona impostazione progettuale che consente di ridurre notevolmente rischio che il prodotto non soddisfi i bisogni dell’utente finale e contemporaneamente gli obiettivi di business (valore) richiesti dal cliente.

Un articolo a cura della dottoressa Daniela Macchi PMP®, Docente del Master in Project Management e Project Manager

 

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