Critical Path Method, a cosa serve nel project management
Una delle tecniche di gestione di progetto fondamentali nella letteratura della disciplina è sicuramente il Critical Path Method, un algoritmo che serve a pianificare una serie di attività nell’ambito dello stesso progetto.
Tecnica di riferimento per quanto riguarda i passaggi da svolgere per portarlo a termine, viene considerato un punto cardine nel project management, in cui trova larga applicazione. Proviamo a dare una spiegazione sul perché sia così importante.
Cos’è il Critical Path Method? Definizione, traduzione e significato
Tutti i progetti, e in particolar modo quelli più grandi e complessi, sono composti da molteplici attività. Decidere a quali di esse dare la giusta priorità, assegnarvi dei valori, analizzare e progettare quelle che vanno svolte per prime, quando vanno svolte e in che modo è più semplice con un algoritmo che aiuti a determinare quali di essi possano essere ‘critici’.
Il Critical Path Method è una tecnica di pianificazione creata negli anni ’50 dagli studiosi Morgan R. Walker di DuPont e James E. Kelley, Jr. di Remington Rand. Essa consente ai professionisti che si occupano della gestione di progetto di identificare quali attività, tra tutte quelle contemplabili, risultino davvero critiche ai fini del rispetto delle tempistiche e del raggiungimento degli obiettivi.
È nell’espressione anglofona di Critical Path Method che risiede il significato intimo di questa tecnica, laddove la parola ‘critical’ in inglese non viene tradotta (solo) letteralmente con ‘critica’, ma piuttosto come ‘importante’, ‘fondamentale’. La traduzione migliore di ‘metodo del percorso critico’, infatti (come tutte, d’altronde), necessita di una interpretazione per essere resa nel modo migliore.
Una definizione efficace la descrive come la tecnica di pianificazione di un progetto in cui, disponendo in un grafo tutte le attività da fare, collegando loro il condizionamento che ognuna di questa esercita o potrebbe esercitare sulla fattibilità di altre, riesce a fornire una rappresentazione d’insieme del progetto, individuando le attività critiche, di cui parliamo.
Critical Path Method, come si fa e a cosa serve: una spiegazione utile
Come si fa ad applicare il Critical Path Method? In primo luogo, occorre definire l’ambito del progetto: chi si occupa di applicare questo metodo nella pianificazione delle attività da svolgere, deve innanzitutto formare un elenco in cui siano presenti tutte le azioni da compiere.
Man mano che queste vengono enunciate, è possibile distinguere quali di esse siano davvero fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi e per il rispetto delle tempistiche. Tra tutte le attività dell’elenco, in pratica, ve ne saranno sicuramente alcune indispensabili, alle quali tutte le altre, in un modo o nell’altro, si collegano. Alcune di queste azioni vanno dunque completate tenendo conto del legame che c’è tra di loro, mentre altre, da sole, risultano già critiche per la riuscita del progetto.
A questo punto, si può enunciare il concetto alla base del Critical Path Method: determinare quale di queste attività debbano essere completate in sequenza, e realizzare la sequenza attraverso cui vanno completate, tenendo presente, dunque, quali fasi debbano essere svolte interamente e con successo prima che ne possa iniziare un’altra.
Critical Path Method, i vantaggi derivanti dall’impiego di questa tecnica
Adottare il Critical Path Method comporta dei vantaggi non di poco conto per la gestione di un progetto. Come è ormai evidente, questo serve a identificare quali sono i compiti più importanti all’interno del progetto.
Questa tecnica, infatti, porta a definire chiaramente le attività che dovranno essere gestite con maggiore attenzione, consentendo a chi si occupa del management di comprendere immediatamente rischi e opportunità delle varie tempistiche e modalità in cui possono essere compiute le attività. Un’organizzazione di questo tipo permette di ridurre i tempi, garantendo flessibilità e capacità di leggere le situazioni.