Tecniche di Digital Marketing: Cos’è il Growth Hacking e cosa fa un Growth Hacker?
Non si tratta solo della capacità di utilizzare tool e metriche particolari, ma di una vera e propria mentalità. Il Growth Hacker non è né un Marketer tradizionale, né un Social Media o Online Marketing Manager.
Il Growth Hacking è una vera e propria mentalità, non si tratta solamente della capacità di utilizzare tool e metriche particolari. Mentalità che perlopiù viene associata alle startup perché caratterizzate dall’essere dinamiche e in continua evoluzione, ma anche dall’avere processi interni molto più rapidi rispetto alle aziende classiche.
Il Growth Hacking si è rivelato sempre più importante anche per le aziende, considerato che gli esperimenti, l’analisi e l’interpretazione dei dati a lungo termine possono incrementare il ROI.
Di fatto, Airbnb, Uber, Hotmail, Facebook e Dropbox hanno seguito e applicato la crescita secondo le strategie del Growth Hacking.
Dropbox, per esempio, ha utilizzato un metodo di referral tutt’altro che rivoluzionario, ma che è comunque diventato virale: l’assegnazione ai propri utenti di ulteriori 16 GB di spazio online, a condizione però di scaricare l’app e invitare amici a usare la piattaforma. Risultato: in 2 anni gli utenti sono passati da 4 a 100 milioni.
Che cos’è il Growth Hacking?
Il termine Growth Hacking è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, Marketer che è stato in grado di incrementare la crescita di aziende come Dropbox ed Eventbrite. Alla ricerca di un sostituto per la sua posizione, non trovò candidati adatti per il ruolo speciale che si era ritagliato.
Egli ha definito il Growth Hacker come colui che muove la sua impresa verso un’unica direzione: la crescita. Mentre nelle aziende affermate ci si occupa di tanti aspetti (costruire un team di marketing, gestire i venditori, creare un piano strategico per raggiungere gli obiettivi aziendali eccetera eccetera) in una startup ad esempio c’è bisogno di una sola cosa: crescita. Tutto ciò che viene pensato, programmato e realizzato deve rispondere a requisiti specifici in termini di impatto sulla crescita scalabile.
Ma che cos’è più concretamente il Growth Hacking? La risposta è sorprendentemente semplice: il Growth Hacking Marketing è una metodologia che consiste nel testare differenti soluzioni attraverso rapidi esperimenti.
Quando indovini la giusta combinazione, ottieni un alto ritorno dell’investimento (ROI) e una crescita molto rapida.
Cosa differenzia un marketer classico da un growth hacker?
- Un marketer classico ha un focus molto ampio. Un growth hacker ha un unico focus: la crescita;
- Un marketer classico usa la pubblicità. Un growth hacker usa la sua creatività per creare nuovi modi di diffondere un prodotto;
- Un marketer classico deve avere le competenze per promuovere prodotti fisici, tangibili. Un growth hacker promuove prodotti informatici: siti web, programmi, applicazioni per cellulari e così via, quindi deve possedere competenze diverse, di informatica o programmazione.
Cosa fa concretamente un Growth Hacker?
Il growth hacking sfrutta questa nuova dimensione e utilizza tutti i canali di diffusione offerti da internet: siti web, landing pages, A/B testing, test sulle conversioni, email, condivisione con social media e tanti altri. Non si può quindi applicare a prodotti offline, perchè prodotti fisici non consentono lo stesso livello di condivisione con altri utenti, di test e ottimizzazione.
Il lavoro del growth hacker inizia con la costruzione del prodotto stesso. Non si può più ragionare come prima: gli ingegneri producono, i venditori vendono. Oggi occorre pensare alla crescita già al momento della creazione del prodotto. Come ha fatto Dropbox a crescere il numero dei suoi utenti da zero a 200 milioni in pochi anni? Inserendo uno strumento di diffusione del prodotto nel prodotto stesso: un bonus per ogni referral (ovvero ogni qualvolta inviti un amico a registrarsi su dropbox ricevi spazio gratuito). In questo modo non c’è bisogno di spendere grosse cifre in pubblicità, è il prodotto stesso a promuoversi, perché ogni utente è invogliato a invitare nuovi utenti.
Per esempio, offrire un ebook gratuito ad un utente per invogliarlo a registrarsi alla nostra newsletter non è una tecnica che fa crescere i nostri visitatori. Questo ci consente solo di trasformare i visitatori in utenti. Ma come attiriamo più visitatori? I metodi più usati recentemente sono social media e campagne a pagamento. Con questi due canali attiriamo visitatori, ma una volta che il visitatore si è registrato il processo è finito. Il nostro sforzo per acquisire un utente ci porta, effettivamente, un utente solo, dopodiché dobbiamo ricominciare a pagare AdWords o fare campagne sui social per acquisirne un altro. Questo, ovviamente, non porta a nessuna crescita virale.
Se invece diamo ad ogni utente che si registra un buon motivo per portare più utenti, abbiamo chiaramente una crescita virale. Dropbox ha deciso di dare spazio gratuito sui loro server se inviti un amico. Groupon, per lo stesso motivo, ti offre un coupon da spendere sul loro sito così come AirBnB. Queste startup hanno deciso di motivare i loro utenti non solo a usare il loro servizio ma a diffonderlo. Tecnicamente, fanno parte del tuo team di marketing.
Sono tanti gli esempi di startup che hanno visto questa “crescita virale” grazie a tecniche di growth hacking, e ognuna usa tecniche diverse. Non ci sono ricette preconfezionate. Ma tutte hanno in comune una cosa: il loro obiettivo primario è la crescita e tutti i loro sforzi vanno in quella direzione.
Il Growth Hacker una figura professionale sempre più ricercata
La richiesta di Growth Hacker è in continua crescita, ma trattandosi di una nuova professione, attualmente vi è un numero basso di professionisti qualificati rispetto alla domanda. Essendo un campo molto vasto che richiede varie skills, non solo analitiche e di coding, ma anche creative, risulterà necessario approfondire la materia.
by
Digital Marketing