Al via il piano transizione 5.0: pronti i crediti d'imposta per l'innovazione
È ormai alle fasi finali la definizione del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Come evidenziato da Il Sole 24 Ore, l'attuazione del piano si avvicina, puntando a regolare l'accesso ai crediti d’imposta per investimenti in innovazione, finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con un budget complessivo di 6,3 miliardi di euro.
I progetti di innovazione eleggibili devono iniziare tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Essi devono riguardare investimenti in beni materiali nuovi strumentali, come indicato nella legge di bilancio del 2017 e specificato nel Piano Industria 4.0. Tuttavia, questi investimenti devono essere destinati a progetti che mirano a ridurre i consumi energetici della struttura produttiva almeno del 3% o dei processi coinvolti di almeno il 5%.
Dal punto di vista burocratico, la data di avvio del progetto è quella del primo impegno giuridicamente vincolante per ordinare i beni oggetto di investimento, rendendo così l’investimento irreversibile. La data di completamento è invece legata all’ultimo investimento del progetto, soprattutto per quanto riguarda i beni materiali e immateriali nuovi strumentali per la digitalizzazione. Per gli investimenti finalizzati all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all'autoconsumo, la data di fine lavori coincide con il completamento dell’ultimo investimento, e con il rilascio di un attestato finale per l'attività di formazione.
Il decreto prevede deroghe specifiche per le imprese dei settori energivori, pur mantenendo i vincoli imposti dall’Unione Europea. Le deroghe riguardano attività connesse ai combustibili fossili, emissioni di gas serra, discariche e inceneritori, e quelle che generano rifiuti speciali pericolosi. Importanti eccezioni sono previste per aziende che gestiscono impianti in concessione, a condizione che gli investimenti soddisfino gli obblighi assunti con l’ente pubblico concedente, riducendo così il rischio economico per l'investimento in nuovi beni strumentali.
La bozza del decreto prevede un beneficio limitato al 10% degli investimenti in beni strumentali per attività di formazione sulla transizione energetica, con un massimo di 300mila euro. Sono agevolate anche le spese per corsi di almeno 12 ore, certificati con attestazione finale, anche se svolti a distanza e da enti esterni all’impresa.
Con queste misure, il Piano Transizione 5.0 si propone di incentivare le aziende a innovare e ridurre l'impatto ambientale, promuovendo al contempo una maggiore efficienza energetica e sostenibilità. Il decreto attuativo rappresenta un passo cruciale per garantire l’efficace implementazione del piano, favorendo investimenti che potranno trasformare il tessuto produttivo italiano, rendendolo più competitivo e sostenibile.
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Redazione Alma Laboris