Made in Italy: Ritornano i Voucher per gli Export Manager nelle Aziende
Tornano i voucher per gli export manager. Con una dotazione più “ricca”, più attenzione alle PMI del Sud e un doppio percorso: quello standard per chi ha poca o nessuna familiarità con il resto del mondo e un’assistenza più strutturata a chi invece già esporta.
La “seconda edizione” del provvedimento – nato 2 anni fa all’interno del Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy per aiutare le piccole e medie imprese a dotarsi temporaneamente di un professionista dedicato – sarebbe all’esame della Corte dei Conti e, salvo complicazioni, sarà ufficializzato dopo l’estate, così da far partire i bandi per l’accredito entro l’autunno.
La Propensione all’Export per Classe Dimensionale
I risultati prodotti risentono della ridotta numerosità delle imprese non esportatrici per questa classe;
Si tratterà sempre di un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher: 10 mila euro a carico dello Stato e 3mila a carico dell’azienda per un totale di 13 mila euro a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI – sane e con non meno di 500mila euro di fatturato in almeno uno degli ultimi 3 esercizi approvati – che intendono guardare ai mercati oltreconfine attraverso una figura specializzata (il cosiddetto Temporary Export Manager o anche Tem) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri.
Ma il 2° bando prevede qualche novità. Innanzitutto, la dotazione complessiva, che riconferma i 20 milioni di euro della prima edizione, cui si aggiungono 18 milioni (6 milioni, rispettivamente, per il 2017, 2018 e 2019) derivanti dai Pon Imprese e Competitività 2014-2020 e destinati alle imprese di Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Basilicata.
Non solo. Il bando si biforca. Ci sarà un voucher “early stage” di 13mila euro (10mila dallo Stato e 3mila dall’azienda, come nella prima edizione), al quale potranno accedere anche le aziende che ne hanno già beneficiato nel 2016-2017. In tal caso, però, sarà richiesto loro di contribuire di più (lo Stato verserà 8mila euro e l’azienda ne verserà 5mila).
Per chi invece già esporta ma deve studiare strategie di penetrazione specifiche in determinati mercati, nasce un voucher “advanced stage” di 15mila euro a carico dello Stato, cui l’azienda concorrerà con altri 10mila (a fronte di un contratto di servizio di 25mila euro complessivi). Con la possibilità, per lo Stato, di incrementare il contributo di ulteriori 15mila euro se l’impresa, assieme al Tem, dimosterà che il progetto di internazionalizzazione ha ricadute immediate sui volumi di commercializzazione all’estero incrementando del 20%, entro l’anno successivo, la quota di fatturato export.
I Settori più Internazionali
Con la riapertura di un nuovo bando, si riparte da zero. Anche per le società fornitrici di consulenti ed export manager che dovranno chiedere un nuovo accreditamento.
Sulla base dell’ultimo rapporto Ice, le aziende che esportano sono quasi 216mila, ma crescono a un ritmo di circa 2mila unità all’anno. Ancora troppo poco.
«I cambi culturali, anche nelle imprese, richiedono tempo – ha spiegato Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al Commercio estero –. Quella del voucher è una misura per sostenere le Pmi in un nuovo percorso, lungo un’autostrada di occasioni. L’export deve diventare un’abitudine e l’impegno del governo, nel sostenere le imprese, deve essere struturale».
Specializzati con il Master della Business School
"Export Management: Commercio Internazionale e Nuovi Mercati" >>>