Superbonus 110%, linee guida: come funziona, cosa sapere per evitare truffe
Il D.L. "Rilancio" 19 maggio 2020, n. 34, ha introdotto l'ormai famoso Superbonus 110% che si pone l'obbiettivo di riqualificare energeticamente e strutturalmente il patrimonio edilizio italiano ora ulteriormente emendato e prorogato dalla legge di bilancio n. 234 del 30.12.21.
Il cittadino può infatti beneficiare di una detrazione del 110% per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31.12.2022 nel caso in cui entro il 30.06.2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’importo complessivo. Per i condomini invece il limite temporale per usufruire del superbonus pari al 110% è rappresentato dal 31.12.2023.
Superbonus 110%, come funziona lo strumento previsto dal governo
La percentuale di bonus viene ridotta al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% per le spese sostenute nel 2025. La stessa cosa vale anche nel caso di unico proprietario o comproprietario dell’intero edificio composto da due a quattro unità immobiliari e nel caso di persone fisiche, su unità immobiliari site all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio interamente posseduto, per gli interventi trainati.
Le modalità per poter beneficiare dell’agevolazione sono la detrazione Irpef, lo sconto in fattura e la cessione del credito d’imposta. In tal modo dunque si è data la possibilità anche a chi non ha capienza IRPEF di potersi avvantaggiare dell’intero bonus. Purtroppo però i furbetti non hanno tardato ad ingegnarsi per poter trarre profitto da tale strumento o gonfiando i prezzi delle prestazioni, riguardino esse sia materiali che mano d’opera che attività professionali oppure emettendo fatture per lavori mai eseguiti o solo parzialmente eseguiti, attivando all’insaputa del contribuente la cessione del credito d’imposta.
Alla luce di queste storture il legislatore ha tentato di correre ai ripari attraverso il Decreto Antifrode ed altre misure inserite nella Legge di Bilancio di recente approvazione.
Le conseguenze per i cittadini portate con sé da questo elemento
La conseguenza dunque è che il Superbonus, nato in un periodo emergenziale quale la prima fase pandemica Coronavirus, resta uno strumento di grande portata per dare impulso ad un settore centrale per la nostra economia coinvolgendo cittadini, imprese e pubblica amministrazione e mirando alla riqualificazione edilizia degli immobili sul territorio nazionale.
Purtroppo però, in considerazione della complessità della procedura, delle insidie sottese e del fiorire di soggetti poco seri che si propongono per studi di fattibilità, assistenza alla pratica e esecuzione dei lavori, solo i cittadini più preparati, con più mezzi e conoscenze, riescono a accedere “in sicurezza” al Superbonus. In un momento infatti in cui la domanda di interventi edilizi è elevatissima e l’offerta scarseggia si assiste ad un mercato che privilegia i grossi lavori (ad esempio condomini) in quanto lì ci sta la maggiore marginalità.
Le problematiche riscontrate con il Superbonus 110%
Proprio su tali lavori non mancano le offerte da parte di millantati soggetti che poi svaniscono come la neve al sole una volta ottenuta la documentazione fiscale e contrattuale necessaria, abbandonando addirittura i cantieri o non mettendoci mai piede e riservando spiacevoli sorprese ai committenti. Attenzione quindi a non avventurarsi senza le necessarie competenze e senza soggetti seri e qualificati nel mondo del Superbonus. Ecco in sintesi infatti le problematiche riscontrate.
Truffe false cessioni su lavori mai effettuati
Numerose cessioni di crediti inesistenti soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati “. Si tratta di crediti che in alcuni casi si riferiscono a ignare persone che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite.
Nel primo anno di funzionamento della piattaforma per la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura sono state registrate truffe per 800 milioni di euro su 19,3 miliardi di scambi (6,5 per il 110% e 12,7 per gli altri sconti) e 2,5 milioni di operazioni. Tali dati si riferiscono agli illeciti già accertati e dunque le dimensioni del problema potrebbero essere ben più grandi.
Nulla a che vedere con altre frodi ben più chiacchierate come ad esempio quelle sul reddito di cittadinanza (48 milioni scoperti dai carabinieri e 217 milioni dalla Finanza a fronte di circa 24 miliardi erogati in tre anni) ma molto meno importanti in termini di soldi pubblici sottratti! Si tratta di organizzazioni criminali che si muovono nemmeno troppo nell’ombra e che agiscono attraverso società sorte dopo il varo della norma sul superbonus e che con un discreto know how hanno la capacità di utilizzare questi crediti fittizi che a loro volta possono essere oggetto “di movimentazioni” e alla fine ceduti a intermediari finanziari e quindi monetizzati.
Le cifre dell’incentivo
13 miliardi spesi a novembre 2021 per 70000 interventi che corrispondono a 0,54% delle abitazioni unifamiliari e 0,87% dei condomini. La media del costo degli interventi realizzati sui condomini è di € 574 mila e per gli edifici unifamiliari è € 100mila. Due terzi degli interventi riguardano gli immobili di pregio (A1, A2 e A7) e dunque le opere di maggior valore e comunque famiglie e realtà che hanno più disponibilità di mezzi e di soldi e che oltre ad essere più corteggiate dal mercato sono riuscite anche a muoversi per tempo.
Nuove aziende “Superbonus”
Sono state aperte 30000 nuove aziende nel comparto edilizia dall’avvento del superbonus con un saldo positivo di aziende sempre per lo stesso periodo pari a 22.258. L’incremento maggiore si è registrato in Lazio e Campania (rispettivamente +6,96% e +5,79%).
Superbonus non vuol dire rifare la casa gratis!
Non tutte le spese degli interventi di riqualificazione rientrano nella detrazione e tetti di spesa previsti per ogni intervento (trainante o trainato) vanno a limitare i costi ammissibili.
Ad esempio la sostituzione delle piastrelle del bagno o la cucina nuova non sono coperte dal superbonus del 110% così come pure non sono detraibili i compensi per il General Contractor (si veda poi – punto).
Inoltre non più di € 50.000,00 possono essere coperti dal superbonus nel caso in cui su un’unità immobiliare indipendente vengano eseguiti interventi di isolamento termico delle superfici opache così come ad esempio non possono essere detratti più di € 30.000,00 di spesa per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente.
Le spese del General Contractor non rientrano nel Superbonus
Affidare l’intera pratica ed esecuzione dei lavori rientranti nel Superbonus ad un General Contractor è una soluzione che sgrava il committente dalla necessità di coordinare egli stesso gli interventi e l’iter per vedersi assegnato il 110%. Attenzione però che l’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 254 del 15 aprile 2021, ha confermato l’esclusione dal superbonus delle spese relative ai corrispettivi riconosciuti al General Contractor per l’attività di mero coordinamento e per lo sconto in fattura applicato confermando il fatto che non si tratta di costi imputabili alla realizzazione dell’intervento così come previsto dalla circolare 30/E/2020.
Aumento prezzi e speculazioni
Dall’introduzione del Superbonus si è assistito ad un aumento progressivo e vertiginoso dei prezzi sia delle materie prime che delle attrezzature e della manodopera, tutti sempre più introvabili. Basti pensare che il costo per il noleggio dei ponteggi (sempre più introvabili) ed il prezzo delle materie prime è raddoppiato negli ultimi mesi.
Alcuni esempi? L’acciaio ha segnato un +200%, il legno un +100% così come tutti i prodotti collegati all’isolamento termico e, quindi, al Superbonus. E così se fino a due anni fa il costo di un cappotto era di circa 40 euro a mq oggi si arriva anche a superare i 100 euro al mq.
Il fenomeno dell’aumento dei prezzi sottende anche un altro aspetto: consentirebbe di compensare occultamente in parte l’impossibilità di dedurre le spese del General Contractor, negata dall'Agenzia delle entrate.
Sicuramente il contributo pari al 110% fa sì che non ci sia l’interesse da parte di committente e professionista a discutere del prezzo in quanto c’è un terzo pagatore. A testimonianza di ciò abbiamo purtroppo visto anche contratti sottoscritti in bianco nella parte relativa al prezzo dell’opera proprio a comprova di tale disinteresse. L’abbassamento dell’aliquota aiuterebbe anche ad avere una calmierazione dei prezzi.
Blocco dei lavori
La conseguenza del caro prezzi in edilizia ha portato al blocco di diversi cantieri perché i computi di qualche mese non sono più attuali e rendono antieconomico per le imprese l’intervento. Inoltre la difficoltà di reperire ponteggi e materie prime nonché forza lavoro anche in considerazione del numero di cantieri in essere sta producendo un cortocircuito. Tante domande di intervento e poca offerta di manodopera e materiali. E quando si trovano, ecco che arriva la speculazione!
General Contractors che spariscono dopo il primo acconto
I General Contractor sarebbero quelle società che si propongono al consumatore per coordinare tutta la pratica del 110% proprio per la sua complessità. Figure che possono effettivamente semplificare la vita ma il cui ruolo e soprattutto i cui costi non sono riconosciuti come detraibili dall’Agenzia delle entrate.
E così è prassi richiedere un “piccolo” acconto per lo studio di fattibilità che secondo le narrazioni verrà recuperato con il Superbonus, salvo poi restare in diversi casi sulla “groppa” del committente. Diverse volte chi raggiunge le case dei consumatori sono aziende nate da poco e organizzate come catene di Sant’Antonio.
Fanno firmare contratti (che non saranno mai onorati) promettendo il tutto gratis e facendosi dare acconti che vanno da qualche centinaio di euro a 3000 euro. Molti di questi contratti fanno riferimento a General Contractor non meglio identificati che, nelle ipotesi migliori, inviano un tecnico o presunto tale a fare un sopralluogo in vista di uno studio di fattibilità che non verrà mai redatto, e poi scompaiono lasciando il consumatore col cerino in mano.
Pratica a salto ostacoli
Pratiche a rilento a causa di studi di fattibilità a volte complessi con problematiche edilizie da risolvere pena l’impossibilità di accedere al Superbonus, uffici pubblici congestionati a causa anche delle limitazioni Covid, banche alle prese con i tempi per la delibera dei finanziamenti ponte e imprese che devono fare i conti con la scarsità della manodopera e dei materiali nonché l’aumento dei prezzi e costi non deducibili che mettono in dubbio la possibilità di accedere al 110%.
Controlli dell’Agenzia delle Entrate
L’ Agenzia delle Entrate ha a disposizione otto anni per verificare i documenti esibiti per usufruire del Superbonus. La sanzione in caso di eventuali omissioni, errori e documentazione non idonea è quella della revoca del beneficio, con la restituzione dell’importo ricevuto, maggiorato di sanzioni e interessi fino al 200%. Le verifiche si focalizzeranno soprattutto sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura. Nel caso di concorso nella violazione ci sarà la possibilità di coinvolgere anche il fornitore che ha applicato lo sconto o i cessionari che hanno acquistato il credito d’imposta e gli altri soggetti che hanno partecipato alla pratica per quanto di loro responsabilità. Con il Decreto antifrode di novembre 157/2021 è stato introdotto il controllo preventivo e previsto il visto di conformità, previsto in precedenza solo per la cessione del credito o lo sconto in fattura.
In conclusione si può affermare che comunque il Superbonus stia dando impulso al settore ma per centrare l’obiettivo occorrono ancora diversi correttivi e un’intensificazione dei controlli al fine di evitare storture e speculazioni a danno del cittadino. Il Superbonus dovrebbe divenire una misura strutturale del nostro ordinamento riducendo la percentuale del bonus al di sotto del 100% (magari collegando la percentuale di incentivo con la capacità reddituale) al fine di riattivare nel committente la verifica sui prezzi.
Consumerismo no Profit
Avv. Barbara Puschiasis, Responsabile Consumer Protection