Braccialetto Amazon per monitorare il movimento dei lavoratori, ma in Italia si può?
Il colosso internazionale delle vendite Amazon ha brevettato un braccialetto in grado di monitorare in qualsiasi momento la posizione delle mani del lavoratore e che invia un segnale se queste non sono nella giusta posizione.
Una misura che fa molto discutere, creata per rendere più veloce la ricerca dei prodotti stoccati nei magazzini ma che rischia di trasformare i lavoratori in veri e propri schiavi, al solo scopo di portare avanti compiti ripetitivi di packaging in maniera più veloce possibile.
Come dovrebbe funzionare il braccialetto Amazon?
Non appena viene effettuato un ordine su Amazon i dettagli del medesimo saranno trasmessi su un mini computer al polso del dipendente che dovrà, il più velocemente possibile, prelevare la merce, inscatolarla e passare al compito successivo. Il bracciale a ultrasuoni, inventato dall'ingegnere elettronico ed informatico Jonathan Cohn, permetterebbe dunque al colosso di Seattle di accelerare la produttività dei dipendenti, tempi di smistamento compresi poiché aiuta ad individuare i pacchi con le mani libere senza avere altri dispositivi, oltre a suonare e vibrare in caso di errore.
“I sistemi attuali per tracciare dove sono immagazzinati i prodotti dell’inventario possono richiedere al lavoratore di svolgere atti che gli fanno perdere tempo”, così dicono gli ingegneri che hanno sviluppato la tanto discussa tecnologia.
L’azienda di Jeff Bezos torna quindi nuovamente a far parlare di sé dopo le recenti accuse di applicare ritmi di lavoro molti intensi stabiliti dagli algoritmi e con fissazione di obiettivi molto rigidi imposti ai dipendenti dei magazzini che rischiano sanzioni e multe se non mantengono la produttività prevista.
Il brevetto, depositato nel 2016, non è al momento ancora stato utilizzato, ma non si dubita che anche questa brutta sorpresa per i dipendenti Amazon andrà ad infuocare ancora di più il clima già teso che ha portato recentemente i lavoratori italiani a scioperare per protestare contro le condizioni di lavoro ritenute troppo dure.
Bracciale Amazon lavoratori: in Italia si può?
Il bracciale a ultrasuoni di Amazon per aumentare la produttività dei dipendenti non potrà essere utilizzato perché incompatibile con le leggi europee in materia di protezione dati.
Dunque per come realizzato il prototipo secondo le regole vigenti in Italia e negli altri Paesi comunitari, non potrà trovare applicazione.
Il Bracciale di Amazon è incompatibile con la normativa europea
Innanzitutto, qualsiasi strumento capace di realizzare un controllo a distanza dei lavoratori si può installare solo se c'è il consenso delle rappresentanze sindacali o, in mancanza di accordo, previa autorizzazione dell'ispettorato del lavoro.
Anche se la normativa sul Jobs Act bypassa la richiesta di ottenere autorizzazioni per gli "strumenti di lavoro", si tratta di un'interpretazione troppo estensiva per inserire ogni apparecchio che può rendere più efficiente l'azienda. Ma la vera barriera è il codice della privacy che blocca un qualsivoglia monitoraggio costante, relativo all'attività lavorativa.
No al bracciale a ultrasuoni, ma la collaborazione con Amazon prosegue
Immediata, come riporta l'Ansa, la risposta di Antonello Soro, il nostro Garante della privacy che bacchetta l'uso del bracciale di Amazon «in contrasto con l'ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia ma anche in Europa» chiarendo poi «In questo caso sembrerebbe quasi che i giganti che operano nell'economia digitale pensino già di robotizzare l'uomo: è una direzione sbagliata perché non può esserci progresso e innovazione che non abbia come fondamento l'uomo».
Non per questo si arresta il dialogo e la collaborazione del Paese con Amazon, in vista di nuovi investimenti, ripresa a Roma grazie all'incontro del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda con una delegazione del colosso americano. «Ho spiegato ad Amazon – afferma Calenda - che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Gli ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata, in Italia non ci sarà mai».