Alma Laboris Business School - Rifiuti, 50mila nuovi posti di lavoro con l'economia circolare

Rifiuti, 50mila nuovi posti di lavoro con l'economia circolare

Rifiuti, 50mila nuovi posti di lavoro con l'economia circolare

Un passo importante che potrebbe portare allo sblocco di 50.000 nuovi posti di lavoro in tutta Europa nel settore della gestione dei rifiuti organici, aiuterà a raggiungere importanti obiettivi di riciclaggio e permetterà all’Italia di valorizzare quanto già fatto per posizionarsi come esempio dell’Economia Circolare in Europa.

 

Un’ottima notizia da festeggiare in occasione dell’Earth Day, la giornata mondiale della Terra”. Così Massimo Centemero, direttore del Consorzio italiano compostatori (Cic), commentando l’approvazione da parte del Parlamento Europeo del pacchetto sull’Economia Circolare.

“Come Cic e in quanto rappresentanti dell’Italia all’interno dell’Ecn (European compost network) - sottolinea Centemero vice chair di ECN - abbiamo seguito da vicino i lavori sulla Circular Economy promossi dalla Commissione Europea, portando la nostra esperienza e ponendo l’Italia come esempio per molti Paesi per quanto riguarda l’organizzazione della raccolta e la trasformazione e la valorizzazione dei rifiuti organici”.

Obbligo alla Raccolta Differenziata in tutta Europa

Ora l’Italia dovrà lavorare per l’attuazione del pacchetto, ad esempio promuovendo il riciclo e attuando politiche di incentivazione dell’intera filiera e soprattutto dei prodotti della trasformazione del biowaste. Tra gli obiettivi previsti dall’accordo, c’è l’obbligo dal 2023 della raccolta differenziata dei rifiuti di materiali organici (“bio-waste”) da avviare al compostaggio e dal 2030 è previsto che vi sia un dimezzamento degli sprechi alimentari lungo la catena di produzione, distribuzione e consumo, con obiettivi di riduzione obbligatori che saranno fissati nel 2023.

“I rifiuti organici costituiscono oltre un terzo dei rifiuti urbani in tutta Europa e sono una componente essenziale per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio e messa in discarica di nuova adozione. In particolare - aggiunge Centemero - compostaggio e digestione anaerobica dei rifiuti organici producono materie prime seconde che la direttiva quadro sui rifiuti definisce come un’opportunità di innovazione e crescita”.

La trasformazione dei rifiuti organici in compost in Italia ha contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e ha permesso di risparmiare 3,8 milioni di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica (dati 2016).

“Grazie ad una buona raccolta dell’organico e agli impianti di compostaggio facciamo sì che scarti organici e materiali biodegradabili tornino alla terra sotto forma di compost, fertilizzante e ammendante di origine naturale in grado di nutrire la terra in maniera sana ed ecosostenibile”, aggiunge Centemero.

“È bene sempre sottolineare come la filiera di valorizzazione del biowaste creata in Italia sia presa ad esempio da diversi paesi europei e extraeuropei. L'elevata purezza merceologica (nelle città italiane è superiore al 95%), l'introduzione - primi in Europa - dei manufatti compostabili, l'efficienza impiantistica e la qualità del compost sono i principali elementi dell’eccellenza italiana in questo settore”.

Oltre al compost, si aggiungerà a breve anche la produzione di biometano, biocarburante avanzato realizzato con tecnologie e biomasse nazionali ottenuto dagli scarti organici, destinato all’autotrazione. “Grazie al nuovo pacchetto europeo e ai decreti firmati di recente in Italia dal Ministero dello Sviluppo Economico, avremo modo di valorizzare pienamente il rifiuto organico in Italia”, conclude Alessandro Canovai, presidente del Consorzio italiano compostatori.

 

 

 

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