Carta di Treviso, Giorgia Meloni: “Evitate di divulgare immagini della nostra figlia minore”
Una diffida, un monito, un chiaro invito a giornalisti e fotografi. Giorgia Meloni, prossimo presidente del Consiglio, si è appellata alla Carta di Treviso – nonché alla normativa comunitaria in materia di privacy (GDPR, il Regolamento UE del 2016) – per diffidare gli organi di informazione dal considerare l’idea di pubblicare contenuti che ritraggano la figlia Ginevra, sei anni.
La lettera, inviata ad agenzie, quotidiani, settimanali e periodici è firmata dall’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, per conto di Meloni e del marito, Andrea Gianbruno. Nella stessa si parla di “invito a evitare in qualunque modo e con qualunque mezzo di pubblicare o divulgare immagini che ritraggano la figlia minore; e ad astenersi altresì dal pedinarla, accerchiarla e intimorirla con presenze inopportune; nonché infine dal rendere pubblici e riconoscibili anche visivamente nomi indirizzi e recapiti dei luoghi abitualmente frequentati dalla minore (casa, scuola, centro sportivi e ricreativi e altro), come già incautamente e illegittimamente accaduto in queste ore”.
Meloni ha parlato di Carta di Treviso. Ma cosa dice questo documento? La Carta di Treviso è un protocollo firmato il 5 ottobre 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro con l'intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia.
La Carta, pur salvaguardando (o cercando di farlo) il diritto di cronaca, sottolinea le responsabilità che tutti i mezzi d'informazione hanno nei confronti dei minori. Tra le norme di deontologia, stabilisce anche che il giornalista sia tenuto a evitare, ove possibile, di pubblicare immagini riguardanti i minori, se non previa espressa autorizzazione da parte dei genitori, o notizie idonee a identificare il minore.