Nel corso delle ultime settimane, con la salita al potere esecutivo del centrodestra, si è parlato tanto della prospettiva di avere una repubblica presidenziale in Italia. Secondo alcuni politologi, nel nostro Paese potrebbe affermarsi il cosiddetto modello francese, che in realtà prevede una repubblica semipresidenziale.
Ma vediamo insieme di cosa stiamo parlando.
Potrebbe esserci una repubblica presidenziale in Italia con il governo Meloni?
Al momento in cui scriviamo, l’Italia si appresta a vivere la sua prima legislatura con un presidente del Consiglio donna. Giorgia Meloni, leader del partito di destra Fratelli d’Italia, ha stravinto le elezioni politiche 2022.
Meloni ha più volte, e in più momenti diversi, proposto una forma di presidenzialismo per il nostro Paese. Il punto, in realtà, era presente nel programma della coalizione di centrodestra formata, appunto, da FdI, da Forza Italia e dalla Lega. “Elezione diretta del presidente della Repubblica” è stato uno dei punti caldeggiati dal centrodestra italiano alle Politiche. “Serve una riforma che sia la madre di tutte le leggi”, ha affermato Meloni.
Un presidente della Repubblica eletto ogni cinque anni dai cittadini, che presiede il Consiglio dei ministri e può revocare i ministri. Sembrerebbe essere questa la visione del centrodestra riguardo una repubblica presidenziale in Italia. Questo comporterebbe una netta divisione funzionale tra Parlamento e Presidente, che si riflette nell'insindacabilità politica reciproca fra i due organi: il Parlamento non può destituire il Presidente il quale a sua volta non può sciogliere le Camere.
Come funziona il modello semipresidenziale francese
Ma sarà davvero così? Per diversi politologi, il presidenzialismo italiano potrebbe ispirarsi al cosiddetto ‘presidenzialismo alla francese’.
A essere precisi, la Francia è ad oggi una repubblica semipresidenziale. Oltralpe, il potere esecutivo è condiviso dal presidente della Repubblica e dal primo ministro; il primo è eletto direttamente dal popolo e nomina il secondo sulla base del risultato elettorale. Il presidente viene eletto a suffragio universale diretto a doppio turno.
Per quanto concerne l’elezione, nello specifico, per essere eletti al primo turno serve la maggioranza assoluta dei voti; se nessuno dei candidati la ottiene, vanno al ballottaggio i due che al primo turno hanno ricevuto il maggior numero di consensi. Con questo sistema si assicura sempre la maggioranza assoluta al presidente eletto.