Alma Laboris Business School - Farmindustria: l’Agenzia europea del farmaco in Italia farebbe bene anche all’Europa

Farmindustria: l’Agenzia europea del farmaco in Italia farebbe bene anche all’Europa

Farmindustria: l’Agenzia europea del farmaco

A marzo Farmindustria, pur augurandosi che il risultato del referendum britannico fosse favorevole al "Brexin", ha chiesto che nel caso di "Brexit" l'Ema si trasferisse nel nostro paese.

 

Ecco perché la sede dell’Ema in Italia porterebbe un vantaggio economico e sociale:

Il contesto nazionale, politico e industriale

In questo momento l'Italia può contare su una strategia di paese che ha portato a una serie di decisioni nette e coerenti tra di loro: incremento del Fondo sanitario nazionale, Fondo innovazione, misure sul credito d'imposta e sul patent box, Piano industria 4.0, impegno per una nuova governance farmaceutica.

È un fattore che in questa fase ci distingue positivamente nel panorama europeo, perché in diversi altri Stati c'è molta meno attenzione nei confronti dell'accesso ai nuovi prodotti. Proprio sull'atteggiamento, aperto all'innovazione, del governo possiamo fare leva per convincere i nostri partner europei a portare in Italia la sede dell'Ema.

E poi l'industria farmaceutica in Italia è ai vertici in Europa. Al secondo posto per produzione (30 miliardi di euro), dietro la Germania e con un export da primato: 22 miliardi, pari al 73% della produzione. Così, dopo esser diventato un hub produttivo, l'Italia farmaceutica può diventare anche hub di ricerca, grazie all'aumento di studi clinici e di investimenti in R&S che si sta già concretizzando (+16% negli ultimi due anni). Come dimostrano tra l'altro i successi made in Italy nelle terapie avanzate, dove siamo leader assoluti in Europa, nei farmaci biotech, nel trattamento delle malattie rare, nei vaccini e negli emoderivati.

Il contesto regionale

La Lombardia è una regione leader in Europa. Al secondo posto del podio in Ue per numero di addetti nell'industria farmaceutica. E medaglia d'oro in Italia, con circa metà della presenza industriale e di R&S, 100 aziende e oltre 30 centri di ricerca, 28.000 addetti (e altri 18.000 nell'indotto). Prima anche nella R&S per numero di addetti, circa 3.000, e per investimenti, 400 milioni di euro. Milano inoltre è uno snodo centrale, ben collegato e logisticamente fornito.

Il know how e il network. Il modello di R&S è ormai cambiato, diventando, a livello mondiale, network innovation. Imprese innovative, start up biotech, università, enti di ricerca pubblici e privati, istituzioni: conoscenze e competenze per creare network e cluster sempre più integrati. L'Italia, e in particolare la Lombardia, è campione di eccellenza nelle imprese, nelle università, nei centri di ricerca pubblici e privati.

Gli scenari futuri

Con l'avvio di Human Technopole, Milano e la Lombardia diventano di fatto il centro del network di R&S sulle Scienze della vita, con l'obiettivo di rendere l'Italia uno dei paesi leader a livello mondiale nell'ambito delle tecnologie umane e della long life. Rafforzando ulteriormente la loro leadership farmaceutica.

Inoltre, nel prossimo futuro, i farmaci innovativi in tutto il mondo richiederanno sempre più strategie per il controllo dei prezzi, legate ai risultati ottenuti nella cura dei singoli individui (cosiddette Outcome-based), anche perché spesso si tratta di terapie personalizzate. Ebbene, l'Italia ha cominciato questo percorso già diversi anni fa e oggi è considerata un paese leader a livello europeo, come riconosciuto dall'Oecd e dai media internazionali. Un'eccellenza regolatoria che può rappresentare un grande vantaggio competitivo.

L'esempio esistente. In Italia è già presente a Parma l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Con la sede anche dell'Ema sarà possibile rafforzare le sinergie già esistenti tra queste due realtà.



Ecco che quindi il trasferimento a Milano dell'Agenzia europea del farmaco, oltre a dare lustro all'Italia e a garantire delle importanti ricadute a livello economico e sociale, può diventare determinante per l'Europa. Per garantire l'efficienza dell'Ema e assicurare così un veloce accesso ai farmaci innovativi. A beneficio di tutti, a cominciare dai pazienti.

 

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