Reti d’Impresa in crescita nel settore dei Dispositivi Medici
Le reti d’impresa sono un’opportunità importante per le piccole e medie imprese del settore biomedicale, un modello economico-industriale per essere più competitivi all’estero e favorire ricerca e sviluppo.
È l’insegnamento che le aziende produttrici di dispositivi medici in Italia sembrano aver recepito molto bene soprattutto negli ultimi due anni
A testimoniarlo sono i numeri presentati a Bologna dal Centro Studi Assobiomedica nell’ambito della fiera Farete 2016: sono 33 le reti d’impresa in Italia che coinvolgono 66 aziende di dispositivi medici e il 42% di queste reti sono nate negli ultimi 24 mesi. Nel 77% dei casi (sul totale delle aziende) si tratta di imprese di piccola e media dimensione con meno di 50 addetti, che al di fuori della rete avrebbero maggiori difficoltà a internazionalizzarsi o a investire in ricerca e sviluppo, e che quindi possono trarre i maggiori benefici dall’aggregazione con altre realtà aziendali e produttive.
Una rete su due (54%) è multi-settore: dall’assistenza sanitaria all’ICT, dall’elettronica all’ottica e prodotti chimici, con integrazioni che si estendono a manifattura, servizi e commercio. Prevalgono le aggregazioni che includono fino a 3 imprese (52%), seguono quelle composte da 4-9 aziende (36%), poi quelle costituite da più di 10 (12%).
“Il contratto di rete è un modello economico-industriale innovativo sul quale diverse regioni stanno puntando, intravedendo in questa formula un fattore concorrenziale in grado di rafforzare il tessuto produttivo e l’economia. Per lo sviluppo di molte piccole e medie imprese del nostro settore, che hanno il know-how per produrre innovazione, ma dimensioni spesso troppo piccole per farlo, si tratta a volte di una strada quasi obbligata che merita grande considerazione. Le reti d’impresa rappresentano infatti per molte PMI un’opportunità importante per essere competitivi a livello internazionale, per favorire ricerca e sviluppo di prodotto e processo, per avviare un percorso di crescita aziendale. Ma le reti di impresa sono un’opportunità anche per le grandi aziende che con questo strumento possono sviluppare accordi di filiera utili al raggiungimento dei propri obiettivi di mercato”.
Angelo Fracassi, vicepresidente di Assobiomedica.
Quanto all’accelerazione del “fare rete” registrata negli ultimi due anni, soprattutto tra le PMI (“che rappresentano il 96% delle imprese del settore”), Fracassi la ritiene fondata su una nuova consapevolezza da parte delle imprese:
”Hanno compreso che questa modalità di aggregazione consente di condividere le conoscenze in un ambiente reciprocamente affidabile; co-innovare usando competenze diverse, distribuendo l’investimento e il rischio tra più soggetti; superare il localismo territoriale ed espandere le conoscenze tra più settori”.
A livello regionale, Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia ospitano il maggior numero di imprese aderenti alle reti (rispettivamente 18, 15 e 10).
“Non sorprende che l’Emilia Romagna con il distretto biomedicale di Mirandola e grazie ai finanziamenti messi a disposizione per progetti di rete sia la regione con il maggior numero di imprese coinvolte in reti d’impresa”, conclude Fracassi.