Alma Laboris Business School - Eolico offshore: costa meno dell’energia delle nuove centrali nucleari

Eolico offshore: costa meno dell’energia delle nuove centrali nucleari

Eolico offshore: costa meno dell’energia delle nuove centrali nucleari

L'energia eolica offshore più conveniente di quella della centrale nucleare di Hinkley Point C.

 

In Gran Bretagna i sussidi per realizzare nuovi parchi eolici offshore sono dimezzati rispetto all’ultima asta del 2015 per i grandi progetti di energie rinnovabili, eppure due imprese hanno dichiarato di essere disposte a costruire parchi eolici off-shore con un incentivo di 57,50 sterline per megawattora per il 2022-23, molto meno delle 92,50 sterline per MW/h garantite dal governo conservatore britannico alla nuova e contestatissima centrale nucleare di Hinkley Point C.

 

Eolico Offshore molto più economico del nucleare

Di fronte a questa nuova evidenza che l’eolico, anche quello offshore è molto più economico del nucleare, la lobby atomica non ha trovato di meglio che ribattere che, se vuole ottenere un mix di energia low carbon, il Regno Unito non può fare affidamento su un’energia intermittente come quella dell’eolico e delle rinnovabili in generale

I dati riguardanti l’eolico offshore sono stati rivelati dal Department for business, energy and industrial strategy britannico dopo un’asta per le sovvenzioni nel quale vince l’aggiudicatario che chiede il tasso più basso. Nell’asta nel 2015, i progetti eolici offshore avevano ottenuto sovvenzioni tra le 114 e le 120 sterline per MW/h.

Emma Pinchbeck, di Renewable UK, ha detto alla BBC che le ultime cifre «Erano veramente sorprendenti. “Pensiamo ancora che il nucleare possa far parte del mix, ma il nostro settore ha mostrato come far calare i costi e ora loro devono fare lo stesso».

A ridurre i prezzi dell’eolico offshore sono state una serie di concause: turbine più grandi, migliore rete di distribuzione dell’energia, costi di base più bassi, ma anche la crisi dell’industria petrolifera e del gas britannoc. Gli ultimi modelli di turbine offshore da 8 megawatt arrivano a circa 200 metri di altezza, ma la Pinchbeck è convinta che nel 2020 le pale eoliche potrebbero arrivare ad essere due volte più grandi.

Tom Greatrex, amministratore delegato della Nuclear Industry Association, sembra non voler prendere atto della realtà: «Non importa quanto sia basso il prezzo del vento offshore – ha detto alla BBC. Secondo i dati dell’anno scorso ha prodotto elettricità solo per il 36% del tempo».

In realtà nel nuovo nucleare “made in UK” c’è ben poco di britannico: la centrale nucleare Hinkley Point C, la sta costruendo il colosso statale nucleare francese Edf, in crisi nera in patria proprio a causa del fallimento del nucleare, ma che resta convinta che «il Regno Unito ha ancora bisogno di un mix diverso ed equilibrato di energia low-carbon. Il nuovo nucleare rimane competitivo per i consumatori che affrontano costi supplementari per fornire back-up di energia quando il vento non soffia o il sole non brilla. Ci sono anche costi per gestire l’elettricità in eccesso quando c’è troppo vento o sole». Eppure, secondo Edf, che in Francia è alle prese con le vecchie centrali nucleari obsolescenti, il problema di dove mettere le scorie nucleari che nessuno vuole e i disastrosi sovraccosti del nuovo nucleare EPR, «L’energia proveniente da nuovi impianti nucleari sarebbe più economica quando il mercato maturerà, come è avvenuto con l’eolico to offshore».

Il problema è che l’energia nucleare britannica (così come quella francese) viene sovvenzionata dagli anni ’50 perché è funzionale alla fabbricazione di armi nucleari e che lo stoccaggio dell’energia eolica offshore eccedente resta una sfida, che è sempre più possibile vincere.

 

Una grande spinta per l’industria delle rinnovabili

La stessa BBC sottolinea che in alcune aree del Regno Unito, l’eolico onshore e l’energia solare sono già competitivi in ​​termini di costi con il gas e che le sovvenzioni all’eolico offshore si sono dimezzate in meno di 3 anni, mentre quelle al nucleare continuano a salire.

Gli analisti energetici evidenziano che sono state le politiche dei precedenti governi britannici di aver contribuito alla riduzione dei costi iniziali dell’eolico offshore, prima sostenendo l’industria eolica, poi incentivandola ad espandersi e poi incoraggiandoli a ridurre le richieste di incentivi.

Nonostante il governo conservatore non brilli certo per il suo sostegno alle rinnovabili, il ministro dell’energia e dell’industria Richard Harrington ha detto alla BBC: «Abbiamo messo la crescita pulita al centro della strategia industriale per sbloccare le opportunità in tutto il Paese, riducendo le emissioni di carbonio. La sola industria dell’eolico offshore investirà 17,5 miliardi di sterline nel Regno Unito fino al 2021 e dai progetti annunciati oggi saranno creati migliaia di nuovi posti di lavoro nelle imprese britanniche».

Secondo Michael Grubb, che insegna politica energetica all’University College of London ha detto che la riduzione dei costi dell’eolico rappresenta «un enorme passo avanti nella rivoluzione energetica. Ciò dimostra che la più grande risorsa rinnovabile della Gran Bretagna – e la meno politicamente problematica – è disponibile a un costo ragionevole. È come per l’industria del petrolio e del gas del Mare del Nord: all’inizio era costosa, poi, quando l’industria si è ampliata, i costi sono diminuiti. Possiamo prevedere che anche i costi dell’eolico offshore scendano ancora di più».

Inoltre, le sovvenzioni per l’eolico offshore, pagate in bolletta dai contribuenti, dureranno 15 anni, mentre le costose sovvenzioni nucleari per Hinkley C dureranno anni. Questo, aggiunto ai costi di costruzione e gestione infinitamente più bassi (per non parlare dei colossali costi di dismissione delle centrali nucleari) fa dell’eolico offshore un’energia sicuramente più economica del nuovo nucleare.

Grubb ha stimato che le nuove centrali eoliche offshore forniranno circa il 2% della domanda di energia elettrica del Regno Unito, con un costo netto per i consumatori di meno di 5 sterline all’anno.

 

La co-leader del Green Party, Caroline Lucas, non ha dubbi: «Questa massiccia diminuzione dei prezzi dell’eolico offshore è una grande spinta per l’industria delle rinnovabili e dovrebbe essere il chiodo nella bara per il nuovo nucleare. L’incessante impegno nei confronti del governo sui nuovi rischi nucleari ci ha permesso di bloccare i prezzi verso l’alto per gli anni a venire. Semplicemente, questa notizia dovrebbe rappresentare la morte dell’impianto nucleare di Hinkley C.».

Oltre a tre progetti di parchi eolici offshore, hanno ricevuto incentivi per l’energia low carbon anche degli impianti a biomasse e l’energia prodotta dagli impianti di trattamento dei rifiuti. In tutto si tratta di 11 progetti finanziati con l’ultima asta, ma gli esperti avvertono che, per soddisfare gli obiettivi climatici a lungo termine del Regno Unito, saranno necessarie altre fonti di energia low carbon e il nucleare sembra fuorigioco, anche economicamente.

 

 

 

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