Un farmaco, prima della sua messa in commercio, deve necessariamente essere soggetto a numerose sperimentazioni, atte a verificarne la non pericolosità per l’uomo. Per legge, il prodotto viene anche sottoposto a una fase di sperimentazione clinica sugli animali.
Ma questo passaggio è obbligatorio, oppure è possibile abolirlo?
Cosa dice l’Aifa a proposito di questo argomento: la normativa
Le sperimentazioni cliniche sono a dir poco determinanti per la vita dell’essere umano. Secondo definizione ufficiale AIFA, la sperimentazione clinica è “qualsiasi studio sull’uomo finalizzato a scoprire o verificare gli effetti di un nuovo farmaco o di un farmaco già esistente testato per nuove modalità di impiego terapeutico, con l’obiettivo di accertarne la sicurezza o l’efficacia”.
Lo svolgimento della sperimentazione clinica dei medicinali sugli animali e ogni sua modifica sono autorizzate dal Ministero della Salute. Dunque, nonostante molte persone provino disagio all'idea che i test con animali di laboratorio siano indispensabili a provare la sicurezza e l'efficacia di ogni nuova cura, la sperimentazione clinica sugli animali è richiesta per legge.
Si tratta, infatti, di una fase preliminare e propedeutica a quelle che sono le sperimentazioni sull’uomo. La sperimentazione clinica, infatti, prevede:
- Sperimentazione su colture cellulari o microrganismi, in laboratori altamente specializzati (sperimentazione preclinica);
- Sperimentazione clinica sugli animali;
- Sperimentazione sull’essere umano.
Il Master per conoscere tutto sulla sperimentazione clinica sugli animali
Il Master in Management e Marketing dell’Industria Farmaceutica di Alma Laboris Business School è un percorso sicuramente adatto per conoscere tutto quanto riguarda l’argomento della sperimentazione clinica sugli animali. Un percorso di Alta Formazione dal taglio pratico che contempla, all’interno di un programma didattico completo di tante discipline indispensabili per il mondo del lavoro, un Servizio Placement gratuito per la massimizzazione dello sviluppo occupazionale del discente.
